Lavoro Povero?
La distinzione tra la persona che lavora e il lavoro dovrebbe essere nel
dna del sindacato, ma anche della politica. Non esiste il lavoro povero,
si dirà nel servizio, ma la persona povera.
Povera in tutti i sensi perché non guadagna abbastanza e perché spesso è
priva di conoscenze adeguate.
Una povertà resa permanente dalla mancanza
di strutture di formazione per gli adulti.
La formazione professione è il vero antidoto alla povertà.
Nel video anche alcuni frammenti di testi tratti da quattro
romanzi e un saggio,che parlano del “lavoro” in una prospettiva che
guarda al futuro.
Nel panorama politico, la questione “lavoro” è sempre
preminente, preminente ma virtuale. Virtuale: - perché non è
chiaro l'orizzonte di riferimento e le sue prospettive economico
sociali culturali,- perché non si coglie la differenza tra il
lavoro e la persona che lavora, - perché la cultura del lavoro
ha perso i suoi punti di riferimento da Marco Biagi a D'antona...
E allora, per depurazione, si discute di lavoro povero, di posto
fisso,di lavoro precario. Si discute di un lavorare di cui di
cui non si conosce più il senso.
Ma restano i numeri: due morti al giorno per infortunio,
disoccupazione, povertà che attanaglia 5 milioni di persone,
tasso di occupazione troppo basso, aziende che offrono posti di
lavoro che pochi si adattano ad occupare. Mancano operai
“specializzati” e le scuole professionali non hanno l'appeal
necessario per invogliare i più giovani a frequentarle.
All'orizzonte “il lavoro a chiamata”, attraverso piattaforme
digitali.
E' il futuro si è detto in un incontro sul lavoro a Belluno lo
scorso anno. E trenta mila sono scesi in piazza a Bologna
chiamati dal sindacato. In trenta mila per certificare che il
sindacato (e la sinistra,) non ha la minima idea di come
affrontare la situazione. Non la capisce. Non ascolta. Non vede.
Si si è mai chiesto il sindacato quanti siedono in parlamento,
nei consigli regionali, provinciali e comunali.... tra badanti,
camerieri, muratori, manovali, assistenti sociali,
casalinghe,spazzini ...?
Eppure sono la maggioranza tra i cittadini.
Ebbro di se stesso, il sindacato ha mostrato i pugni a Bologna,
ma per sbarrare la strada ad una società più giusta, per
strozzare ogni velleità di cambiamento. Si può costruire una
società più giusta senza e contro la maggioranza della
popolazione? Il salario minimo, fissato dalla politica è la
dimostrazione di questa incapacità di visione e di capire che
è la formazione al lavoro “manuale”che deve cambiare nelle sue
stesse fondamenta La scuola professionale non può essere il
luogo dove approdano i ragazzi (ritenuti) poco idonei allo
studio, o insegnanti meno impegnati di altri. Queste scuole
dovrebbero offrire un percorso culturale non meno rilevante,
anche se necessariamente diverso, di quello degli altri licei.
A Landini vorrei consigliare una rilettura di Marx, anche se il
Vangelo gli sarebbe più utile.
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