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Aristide Fumagalli Don
Aristide Fumagalli
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Davide Fiocco Da
Cresima a Parrocchia
e frazioni comunali
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Introibo ad altare Dei, ad Deum qui laetificat iuventutem meam Con lettera del 16 giugno 2009 (nel 150° dies natalis Giovanni Maria
Vianney, curato d’Ars, patrono dei sacerdoti), diretta a tutti i sacerdoti,
Papa Benedetto XVI, ha voluto contribuire a promuovere “l’impegno di un
interiore rinnovamento di tutti i sacerdoti per una loro più forte ed
incisiva testimonianza evangelica nel mondo d’oggi. Quasi tutti si sono chiesti da subito: è solo roba per i preti; ma, non è
così.
" Seppe anche “abitare” attivamente in tutto il territorio della
sua parrocchia: visitava sistematicamente gli ammalati e le famiglie,
organizzava missioni popolari e feste patronali; raccoglieva ed amministrava
denaro per le sue opere caritative e missionarie; abbelliva la sua chiesa e la
dotava di arredi sacri; si occupava delle orfanelle della ‘Providence’ (un
istituto da lui fondato) e delle loro educatrici; si interessava dell’istruzione
dei bambini; fondava confraternite e chiamava i laici a collaborare con lui
"
E’ appena il caso di aggiungere un’altra considerazione di Benedetto XVI esternata il 26 maggio 2009 Basilica di S.Giovanni Laterano concernente "l'appartenenza ecclesiale e corresponsabilità pastorale"
Viene ora da domandarsi : (….) In che misura viene riconosciuta e favorita la corresponsabilità pastorale di tutti, particolarmente dei laici? (….) Troppi battezzati non si sentono parte della comunità ecclesiale e vivono ai margini di essa, rivolgendosi alle parrocchie solo in alcune circostanze per ricevere servizi religiosi. Pochi sono ancora i laici, in proporzione al numero degli abitanti di ciascuna parrocchia che, pur professandosi cattolici, sono pronti a rendersi disponibili per lavorare nei diversi campi apostolici. Certo, non mancano le difficoltà di ordine culturale e sociale, ma, fedeli al mandato del Signore, non possiamo rassegnarci alla conservazione dell’esistente. Fiduciosi nella grazia dello Spirito, che Cristo risorto ci ha garantito, dobbiamo riprendere con rinnovata lena il cammino. Quali vie possiamo percorrere? Occorre in primo luogo rinnovare lo sforzo per una formazione più attenta e puntuale alla visione di Chiesa della quale ho parlato, e questa da parte tanto dei sacerdoti quanto dei religiosi e dei laici. Capire sempre meglio che cosa è questa Chiesa, questo popolo di Dio nel Corpo di Cristo. E’ necessario, al tempo stesso, migliorare l’impostazione pastorale, così che, nel rispetto delle vocazioni e dei ruoli dei consacrati e dei laici, si promuova gradualmente la corresponsabilità dell’insieme di tutti i membri del Popolo di Dio. Ciò esige un cambiamento di mentalità riguardante particolarmente i laici, passando dal considerarli «collaboratori» del clero a riconoscerli realmente «corresponsabili» dell’essere e dell’agire della Chiesa, favorendo il consolidarsi di un laicato maturo ed impegnato. Questa coscienza comune di tutti i battezzati di essere Chiesa non diminuisce la responsabilità dei parroci. Tocca proprio a voi, cari parroci, promuovere la crescita spirituale e apostolica di quanti sono già assidui e impegnati nelle parrocchie: essi sono il nucleo della comunità che farà da fermento per gli altri. (…) >> Peraltro, anche dal libro del nostro Sinodo Diocesano, al n° 174, si legge: La Chiesa, Popolo di Dio, chiede ai suoi membri non solo la collaborazione, ma la corresponsabilità. Dalla corresponsabilità nasce il volto della parrocchia: comunità dove i doni e i carismi di ciascuno sono messi a servizio degli altri per libera risposta di chi è chiamato dal Signore. Siamo di fronte ad una sfida: dobbiamo saper accogliere non solo i carismi dei religiosi, di associazioni e di movimenti, ma anche quelli di ogni battezzato, prestando particolare attenzione a quelli più nascosti.
Entrando in un altro contesto, ai suoi parrocchiani il Curato insegnava
soprattutto con la testimonianza della vita; dal suo esempio la gente comune
imparava a pregare: “Non servono tante cose” – diceva – “ non c’è
bisogno di parlare molti per pregare: apriamo il nostro cuore a Gesù…”
Siamo passati dalla missionarietà all’annuncio, due questioni
inscindibili;
Ancora qualche breve cenno (già troppo?) entrando in un campo un po’ più
stretto e nostro, a proposito del CPD dell’11 dicembre 2009 ove ci si era
prefissati un confronto per una possibile lettera da indirizzare alla Comunità
Diocesana che comunichi il tema dell’anno sacerdotale cercando di individuare
ciò che riteniamo sia essenziale ed irrinunciabile nel servizio dei sacerdoti.
Da non dimenticare: - importanza della parrocchia (un bene prezioso per annuncio e vangelo e per
la gente e il territorio); Arturo Giozzet N.B.: I testi in corsivo, ove non diversamente specificato, sono tratti dalla <Lettera del Santo Padre Benedetto XVI per l’indizione dell’anno sacerdotale, in occasione del 150° anniversario del “dies natalis” di Giovanni Maria Vianney. |
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