QB Quaderni Bellunesi | |||||||
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letture ed emozioni di un libraio |
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La vera consolazione
spirituale non è affatto semplice ottimismo generico, "pensare
positivo": l’uomo è consolato quando è capace di percepire che il suo
destino è qualcosa di aperto, fluido, incandescente, che va persino al di là
dell’immaginazione.
E’ questo l’atteggiamento fondamentale che sentiamo importante valorizzare: avvertire la vita come magma, non come sasso solidificato. L’uomo non è qualcosa di bell’e fatto: il bell’ e fatto è incompatibile con l’amore e con la libertà. Pg |
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Qui nessuno è patrimonio di nessuno!
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Tu sei ancora
giovane – disse il vecchio al lampo – tu non puoi capire: temporale o non
temporale, lampi o tuoni che siano, io abito qui. Baita ed io siamo in fondo la
stessa cosa: stessa carne e anche medesimo destino. |
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La
principessa, sempre a mani giunte, sempre con gli occhi dentro il cielo, sempre
innamorata delle sue montagne, rispose di no. |
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Quello che il
Signore delle Cime vide osservando le Dolomiti sopra il suo carro di luce,
supera ogni immaginazione anche quella di un Dio.
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Don Fortunato andò subito al sodo, e non era quello del seno delle Dame di Castelaz. Chiese ai suoi fedeli, sia agli uni che le montagne le avevano percorse in processione, sia agli altri che le montagne le avevano lavorate pericolandosi per la vita, da cosa derivasse maggior bellezza: se dal seno delle Dame o dalla croda delle montagne... |
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Il gallo cedrone iniziò la sua parata con un tenue coccodare che voleva
incrociare, lassù, il sole. Poi l’animale mise la coda a ventaglio, buttò
la testa all’indietro, chiuse gli occhi e si lasciò prendere dal godimento.
Ad un tratto Alessio, curvo sul suo obiettivo, non
vide più niente. O meglio, vide nel suo obiettivo una esplosione di penne,
quelle nere, quelle verdi e anche quelle bianche; vide il gallo cedrone
tramortire e vide una macchia oscura che cadeva per terra cadeva per terra
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La delegazione aveva fatto sapere
che desiderava conoscere il passato delle dolomiti? Ebbene, lei, la Marmolada,
la Regina, in assenza di un Re che non c’era mai stato, avrebbe accompagnato
gli ospiti a farsi un giro per le montagne.
La Marmolada chiese il silenzio e attese che si spegnessero gli ultimi colpi di tosse della delegazione straniera (... )" "C’erano una volta gli uomini delle Dolomiti che adesso sono scomparsi. E’ stato un genere umano che è durato alcuni millenni e che non ha lasciato segni importanti del suo passaggio. Guardate! " ( ) Deve essere successo perché gli uomini non hanno lasciato traccia del, loro passaggio, se per traccia intendiamo uno di quei segni indelebili nel tempo che corrono così svelti che non si riescono neppure ad acciuffare e che per questo, quando li inseguiamo, tracciano la direzione del futuro." "ci saranno una volta gli uomini delle dolomiti. Sì ci saranno ancora – affermò la Marmolada con le parole che le salivano dalla gola vacillando come foglie di faggio tremulo" "torneranno gli uomini che coltivano la terra, che intagliano il legno, che forgiano il ferro, che scolpiscono la pietra. Torneranno gli uomini quando costruiscono e ricostruiscono le case come architetti di un universo che si lascia costruire e ricostruire, giorno dopo giorno, con umiltà. E quando succederà io ho deciso |
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Il libro "Cime
inviolate e valli sconosciute" |
Il libro "Dolomiti
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