Dalla protesta alla proposta
Antonio Prade
Sindaco di Belluno
Non c'è alcun dubbio: la manifestazione di Venezia per la sanità della nostra montagna segna un salto di qualità nella “lotta” per il mantenimento dei livelli delle prestazioni socio-sanitarie sul nostro territorio. Segna, soprattutto, un dato inconfutabile: la presenza, accanto a tante gente, di numerosi Sindaci.
Da questo vorrei partire per un paio di riflessioni, perché il tema è di un'urgenza che non ammette passi indietro né, tanto meno, tentennamenti.
Franco Posocco,sosteneva in fondo una cosa sola: che la battaglia per montagna è una battaglia di tipo culturale e che la rivendicazione, dunque, da sola non basta.
Questo, a mio avviso, è il vero argomento di partenza, la leva con la quale possiamo immaginare di modificare gli equilibri – direi meglio: i disequilibri – fra la montagna e la pianura. Il dato di fondo, purtroppo, è che negli ultimi decenni è venuta meno, nei fatti e nelle parole, la consapevolezza che la montagna ha bisogno della pianura come la pianura ha bisogno della montagna. É diventata fievole l'idea che il Veneto è una straordinaria Regione, dal punto di vista storico, economico e culturale, perché è essa mix unico di gente, di territori, di esperienze. Sono state predominanti le lamentazioni e, con esse, le spinte centrifughe. Molto di più serve – serviva – raccontare e raccontarci in un altro modo. Io sono sempre stato dell'idea che è stato un grande errore culturale, oltre che politico, esserci rappresentati, negli ultimi decenni, come un territorio marginale. La formula del “5% della popolazione e 20% di territorio” è stata la coperta stesa sopra la nostra incapacità di innovare nel modo di rappresentarci. E se noi ci consideriamo degli sfortunati, non si capisce perché gli altri non ci dovrebbero vedere allo stesso modo. E agli sfortunati, come si sa, è più comodo soddisfare ogni tanto un bisogno che riconoscere un diritto.
L'altra questione è quella delle alleanza istituzionali. Ho già avuto modo di dire che noi veniamo da un decennio terribile.
L'Amministrazione Provinciale che è stata non solo non ha costruito alleanze istituzionali, ma le ha ferocemente avversate. Palazzo Piloni ha litigato quasi con tutti: all'esterno e all'interno. Ha polemizzato con la Regione Veneto, con le Province limitrofe, con il Presidente della Repubblica, con Durnwalder. Soprattutto, è andata in rotta di collisione con i Comuni. Non solo non ha cercato di fare sintesi fra i Comuni e con i Comuni, ma ha esplicitamente teorizzato che i Comuni erano la vera debolezza del territorio bellunese. A me, sia detto per inciso, sarebbe invece piaciuto sentir dire che di tante debolezze era progetto di fare una forza. Invece niente.
E ieri, dopo il rituale giro di valzer, ho visto sfilare con i Sindaci proprio i teorici della lamentazione e coloro che i Sindaci li hanno sempre avversati.
Che fare, dunque? Ho avuto già modo di dire che questo è il momento dei Sindaci. Non da soli ma uniti. Non esistono i Sindaci dei Comuni che hanno gli ospedali e gli altri no. Gli ospedali appartengono alla nostra gente e queste chiavi di interpretazione sub- territoriale non hanno senso. Anche il Comune di Belluno, da solo, non andrà lontano. Due sono gli strumenti che dobbiamo usare al meglio. Il primo, come ho scritto su questo giornale, è il potere di iniziativa legislativa nei confronti della Regione Veneto. E' un potere dei Sindaci che obbliga Venezia a dare risposte chiare: si o no, pane al pane e vino al vino. Il secondo strumento è la Conferenza dei Sindaci. Nel corso di questi cinque anni della mia Amministrazione, grazie al lavoro di Angelo Paganin che l'ha diretta con passione, la Conferenza dei Sindaci dell'ULSS1 è diventata un luogo dove i Comuni si sono confrontati, hanno discusso e lavorato. Avevamo ereditato un organismo afasico e lo abbiamo fatto diventare – i Sindaci lo hanno fatta diventare – il luogo più avanzato di discussione e di proposta sui problemi socio sanitari di gran parte del bellunese. Qui i Comuni sono già alleati, qui il Comune di Belluno condivide con gli altri le medesime preoccupazioni e le medesime proposte. Quello che serve, e per il quale io cerco di fare la mia parte, è un'alleanza di tutto il territorio bellunese. Anche questa, a ben vedere, è una battaglia tutta culturale. Possibilmente da vincere uniti.
Antonio Pradre
Sindaco di Belluno
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Il governo le farmacie e i farmacisti La logica perversa della burocrazia! Il governo fissa il limite di una farmacia ogni 3000 abitanti parametrati anche sul numero dei comuni. Il risultuato per la provincia di Belluno: per il numero degli abitanti si dovrebbero chiudere 5 farmacie, ma per il numero dei comuni se ne dovrebbero aprire 11, il tutto in una provincia dove non si è riusciti finora ad aprire tre farmacie previste dalla norma prima in vigore per mancanza di concorrenti. Il problema è diverso, insiste il presidente dell'Ordine dei Medici di Belluno Manlio Schiavitotto e si gioca tutto sul ruolo del farmacista all'interno del servizio sanitario nazionale, farmacista che deve tener in conto nella propria attività del rischio d'impresa |
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Storie di uomini e imprese che fanno vivere la montagna. Una ricerca di Stefano Vietina Perché la montagna non diventi un parco giochi, una riserva indiana.E con questo aninimo,di vero amante della montagna, che il giornalista Stefano Vietina ha iniziato la sua ricerca. La montagna ha ancora uomini e donne, ha ancora giovani che vogliono scommettere il loro futuro in montagna. Ne ha fatto un libro godibilissimo, un libro che si apre su un orizzonte nuovo: quello della speranza per la gente di montagna e vorrei dire soprattutto per quella della pianura che dalla montagna dipende per larga parte del suo vivere quotidiano, dall'aria all'aqua.nz |
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Manipulite e tangentopoli una storia da capire, ma anche da riscrivere di Fausto Orzes Semplificando si potrebbe dire che Mani Pulite inizia con quel mariuolo di Mario Chiesa (la definizione è di Bettino Craxi) beccato con la richiesta di una tangente. Ma la situazione è più complessa.Fausto Orzes ne analizza il percorso sulla traccia di un libro di Gianni De Michelis"la lunga ombra di Yalta". Le tangenti sugli appalti ai partiti di governo sono il rovescio della medaglia dei finanziamenti sovietici al PCI. La prima repubblica finisce perché il complesso della classe politica era coinvolto e gli scandali toccarono pure la presidenza della Repubblica con Luigi Scalfaro. |
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Cristiani? a volte! Piergiorgio da Rold non ha dubbi: i cristiani hanno annacquato la loro fede Nel mondo mussulmano, ma anche in India, in Cina la terra è bagnata ogni giorno dal sangue di tanti cristiani: martiri per la loro fede. In occidente la libertà religiosa garantisce tutti, ma proprio l'Occidente sta portando un poderoso attacco alla fede cristiana. Non è una novità sostiene Piergiorgio da Rold di Insieme si Può, successe già nel 5° secolo e ricorda la denuncia di sant'Ilario vescovo di Poitiers |
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Dizionario di diritto costituzionale. |
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Liberalizzazioni.Una parola che nasconde altri interessi.Pesante il giudizio di Maurizio Paniz Come la tassa sul macinato quella sulla benzina. I camionisti bloccano l'Italia. Il governo dei poteri forti salva le banche, non tocca i giornalisti, non preme sulla spesa pubblica improduttiva. Con gli avvocati mostra incompetenza, con i farmacisti guarda alle Coop, ma in fondo sembra pensare che il problema vero della crisi italiana siano le aspettative dei tassisti. Con signorilità, competenza e acume politico Maurizio Paniz non risparmia il governo e indica una strada più sicura: dare spazio al lavoro produttivo di artigiani e commercianti, di premiare il sacrificio e l'impegno di chi rischia in proprio, di una cultura che sappia vedere nelle partite IVA il futuro dell'Italia. Insomma abbiamo bisogno di muratori, di infermieri, di panettiaeri, di falegnami ..... Chi si mette in proprio in questi mestieri non dovrebbe pagare tasse per 10 anni. E' la strada della Blue economy |
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Nel chiuso della vita:dall'opera poetica di Serena Dal borgo "non ancora". Legge l'autrice "non ancora". L'opera poetica di Serena Dal Borgo. Come un singhiozzo di preghiere nel quotidiano dolore.Un amico che parte e chiude la vita, un padre che se ne va e un credo poco credente, un monte che cade, l'acqua che prende tutto l'intorno. Sezioni legate tra loro da un filo che arriva all'ascolto-ricordo delle preghiere, un filo che diviene nodo di domande e di imperativi, di dubbi e di perplessità, di tentazioni e di girasoli ricolmi di luce |
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Belluno. Il giorno della memoria. Contributo di Enrico Bacchetti Giorno della memoria. Per una cultura capace di stroncare sul nascere ogni rigurgito antisemita in tutte le sue forme e ogni intolleranza |
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