Home page | | Quaderni Bellunesi | | Il canale QuaderniBellunesi su YouTube | | Appuntamenti | | Contatti | | Cerca | |
Appuntamenti - Cultura - Chiesa - Diritto - Documenti - Laboratori - Narrativa - Politica - Poesia - Salute - Solidarietà - Storia |
DALLA SPECIFICITA’ ALLA MONTANITA’
Quando sento ripetere che la montagna ha bisogno di norme specifiche, mi tornano in mente le
parole di uno studente che, a conclusione di un seminario, mi disse: “è come scoprire l’acqua
calda”. Questo perché la nozione stessa di specificità è poco adatta, anche se collegata al tipo di
territorio di volta in volta preso a riferimento.
L’Italia è il paese europeo a più forte vocazione turistica proprio per la specificità dei propri
territori, di ogni territorio. Pertanto, sono del parere sia utile, qualora si voglia affrontare seriamente
il problema di quelle zone montane che soffrono chiaramente un deficit di competitività rispetto ad
altre realtà dell’arco alpino, utilizzare una terminologia appropriata in funzione dei problemi che si
vogliono risolvere.
Infatti, solo un linguaggio tecnicamente corretto e non influenzato da “mode” è in grado di
costituire la base per ogni ragionamento e riflessione seri sulla montagna. Mode che hanno
influenzato pure il legislatore regionale quando, nell’art. 15 del nuovo Statuto veneto, parla di
specificità dei territori montani e della Provincia di Belluno, salvo subito riconoscere, all’interno
della medesima disposizione statutaria, come il concetto de quo appartiene anche ad altre aree del
territorio regionale come quelle rurali, deltizie, a quelle interessate da transizione industriale etcc.
Ma allora, se tutti sono specifici, che cosa rende la specificità bellunese diversa se non meritevole di
maggior tutela rispetto agli altri? Se l’art. 15, comma 5, dello Statuto riconosce forme e condizioni
particolari di autonomia amministrativa, finanziaria e regolamentare alla Provincia di Belluno, sul
presupposto della specificità del territorio montano, perché analoghe condizioni non valgono anche
per le altre aree specifiche del territorio della Regione del Veneto?
E’ vero che lo stesso Statuto, all’art. 15, comma 2, consente alla Regione, previa intese con
Province o enti locali associati, di conferire con propria legge “particolari competenze
amministrative”, ma è evidente, se raffrontiamo il comma 2 con il comma 5, che il favor per
Belluno è certamente più accentuato e garantito.
Allora, al fine di dare una più forte giustificazione a questo status particolare riservato al territorio
bellunese, forse sarebbe stato opportuno richiamare nello Statuto regionale, nella parte relativa a
Belluno, quella disposizione costituzionale, l’art. 44, comma 2, che non si serve del concetto di
specificità, troppo generico e perciò stesso applicabile a ogni realtà, ma quello più consono di
montanità (“La legge dispone provvedimenti a favore delle zone montane”). La norma
costituzionale ha in sé grandi potenzialità attuative, ponendo al legislatore un particolare scopo da
perseguire e vietando normative che contengano disposizioni contrarie a quest’ obiettivo.
Sebbene dalla lettura dell’art. 44, comma 2, Cost. non emerga alcun obbligo di mantenimento di
una Provincia nelle zone montane, la sua lettura congiunta a quella degli articoli della Convenzione
delle Alpi del 1991, ratificata dall’Italia nel 1999 (salvo alcuni protocolli), pone il problema, visto
anche il numero di Comuni di piccole dimensioni, dell’opportunità di un ente di area vasta in grado
di fare sintesi delle diverse istanze provenienti dal territorio e mediazione tra questo e i livelli di
governo superiore. Un ente che, in ragione della sua montanità, potrebbe essere chiamato a svolgere
un ruolo strategico per il rilancio del bellunese, molto di più rispetto all’attuale Provincia.
E’ evidente, quindi, che la montagna rappresenta una sfida per il legislatore tanto statale, quanto
regionale, provocato a rendere sempre più dinamico il principio di differenziazione, che è uno dei
criteri indicati nell’art. 118, comma 1, della Costituzione per l’allocazione delle funzioni
amministrative.
Perché, ad esempio, non pensare a una Provincia come distretto culturale per tutte le iniziative di
montagne, o a un ente di coordinamento delle diverse strutture sanitarie sparse nel territorio?
Oppure perché non lasciare alle Province montane tutta la competenza amministrativa in materia di
ambiente, ecosistema e beni culturali (sulla scia di una interessante proposta contenuta nel recente
Libro bianco sulla montagna) su cui lo Stato, ai sensi dell’art. 117, comma 2, Cost. ha la potestà
legislativa esclusiva?
Solo rafforzando le funzioni provinciali nel senso ora indicato, è possibile salvare quell’essenza
della montanità bellunese rappresentata e alimentata dalle c.d. terre alte, la cui promozione e
salvaguardia costituiscono l’unico e forse ultimo ancoraggio per fermare un pericoloso
appiattimento della Val Belluna verso le zone di pianura. Certo, è fondamentale che le comunità si
riconoscano nella Provincia e questo non può che passare attraverso la revisione dello Statuto
dell’ente che faccia dello stesso il punto d’incontro di un orgoglio condiviso: la montanità
Daniele Trabucco
Assegnista di ricerca post-dottorato
in Istituzioni di Diritto Pubblico
Le pagine di quaderni
Cultura
Chiesa
Diritto
Laboratori
Narrativa
Politica
Poesia
Solidarietà
Storia
Documenti
Appuntamenti
Natale 2013 Dove ci sei tu, c'é la vita |
|
Onore al ministro Graziano Del Rio 13 dicembre 2013 il ministro è a Belluno. |
|
letture ed emozioni di un libraio
|
|
Ignavia colpevole sulla pelle dei cittadini: A pagare soprattutto i cittadini delle Terre Alte, che non hanno alternative. Tre le proposte di Angelo Paganin: - Medici di famiglia capaci di affrontare con competenza i problemi di salute dei cittadini, - L'infermiere di condotta, - L'assistente sociale. |
|
Dite agli smarriti di cuore: Coraggio, non temete!
|
|
letture ed emozioni di un libraio
|
|
La Strada Regia di Alemagna Una indagine storico-antropologica su una strada che ha sempre collegato Venezia al mondo germanico
|
|
letture ed emozioni di un libraio
|
|
Gianluigi Secco presenta la sua ultima opera. I miti veneti e, in particolare quelli delle terre di montagna, visti nel contesto europeo. I miti, secondo Secco, sono alla base della religiosità popolare e si trovano, nella loro essenza, sempre uguali in tutta Europa, ma anche nel mondo. Il volume è accompagnato da tre cd con sessantaquattro canzoni di autore, molte proprio di Secco e un CD con musiche da ballo. Le canzoni sono quasi una sintesi dei miti raccontati nel testo, ove la scrittura dialettale si accompagna a quella in italiano. |
|
Ama il cliente tuo come te stesso. Negli anni 80 fu l'economia del prodotto. Vendeva che aveva il prodotto migliore. Negli anni 90, i prodotti nel mercato sono generalmente di qualità, vende di più chi è in grado di aggiungere al prodotto un servizio gradito al cliente. Oggi non basta il prodotto, e neppure il servizio, il cliente vuole con l'acquisto fare un'esperienza memorabile. |
|
Per vivere bene in coppia: la femmina diventi sempre più femmina il maschio più maschio Con la solita chiarezza Gigetto de Bortoli fondatore e presidente del CEIS, pone l'accento su una delle prime questioni che portano le giovani coppie sposate alla separazione: la paura dell'uomo e della donna di essere completamente se stessi. |
|
Festa dell'Immacolata. Commento alle letture di Francesco D'Alfonso
|
|
Per Natale Regali senza frontiere. Le proposte di Insieme si Può. Piergiorgio Da Rold
|
|
Guarda il numero precedente |
Tweet |
|
Quaderni Bellunesi.Laboratorio di cultura e politica della provincia di Belluno Realizzato con la collaborazione del Circolo Culturale "Antonio della Lucia" |