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La chiesa dei tanti uffici
I saperi sono sempre più
settorali come daltronde l'intero sistema tecnico economico
industriale dove la qualità totale di un prodotto spesso si dentifica con
quella dei suoi componenti e a volte il risultato rischia di essere
falsato.
E' lo "spirito dei tempi" che ha soffiato anche sulla Chiesa. La
pastorale, ad esempio, si è diversificata a seconda delle ore e degli
anni vissuti dalla gente: abbiamo la
pastorale del lavoro, quella liturgica, quella del tempo libero, quella dello
sport, quella della cultura, quella
degli anziani, quella universitaria, quella familiare, quella politica e
dei vari settori del clero ecc.
Lo stesso è avvenuto nel campo teologico e non è stata dameno, poi, la catechesi che
in piena autonomia ha ricalcato nel suo organizzarsi i titoli della pastorale.
E si badi tutto questo è stato riprodotto in ogni diocesi.
Un immensa struttura, comunque burocratica e autoreferenziale, che a volte nel
suo articolarsi snatura l' immagine della Chiesa.
Le conseguenze:
- una chiesa insignificante per la gente
- una chiesa solcata da divisioni profonde
1 - La chiesa sembra aver perso di vista, con
lo spezzettarsi della sua azione
pastorale, la donna e l'uomo concreti nella loro integralità
e relazione; non appare più, in tal modo, nell'orizzonte della gente, diviene
insignificante.(Può essere avvicinata una coppia in crisi con i soli strumenti
della pastorale familiare e con una conoscenza al massimo solo orecchiata del
suo universo lavorativo o educativo dei figli?)
2 - I tanti scomparti, in cui si è stata divisa la sapienza ecclesiale, ha
prodotto, al suo interno, tante verità seconde che hanno sconcertato la gente e snaturato
nella chiesa presbiteriale il concetto di autorità: queste verità
seconde (teologiche, pastorali o catechetiche) sono divenute il pretesto per ogni sorta di conflittualità a
volte arrogante, molto spesso insincera, quasi sempre sostenuta da
potentati economici, politici e mediatici che hanno promosso questi
atteggiamenti come l'apice della libertà, come struttura di senso del
lavoro teologico e vera testimonianza alla Verità.(la nostra è un'analisi solo
bibliografica, fatta nel discrimine dei libri che attaccano la Chiesa nelle sue
stesse fondamenta e quelli, pochi, che la difendono)
Una lunga premessa, non esente da approssimazione, come promemoria per la
prossima riunione del Circolo Antonio della Lucia che avrà a tema i seguenti
punti.
Ordine del
giorno
due proposte due
1° l'attività catechetica dovrebbe avere come
punto di riferimento la liturgia domenicale e in essa l'omelia del
sacerdote. Solo così l'itinerario catechistico potrebbe non rappresenare un
ostacolo all'impegno degli insegnanti di religione nelle scuole
ed una difficoltà aggiuntiva per i ragazzi a maturare la propria fede. E' nella
messa domenicale che si fa la prima esperienza di fede, che ci si scopre
comunità.
2° in questi tempi di emergenza o , comunque, urgenza educativa
crediamo che la scelta più importante per la nostra chiesa sia quella
degli ultimi. Gli ultimi per noi sono le persone che si occupano degli ospiti
delle case di riposo, degli ospedali, dei centri di recupero per tossici,ecc, ma
anche gli insegnanti e i preti. La capacità di essere di aiuto a
chi offre aiuto è il vero compito educativo della chiesa, che tutto
riassume
Ci piacerebbe leggere qualche intervento della diocesi o dei suoi
sacerdoti Circolo Antonio della Lucia
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Un esempio di parzialità:
15 pagine per la Teologia della Liberazione, ma per gli estensori
del libro Ratzinger non è teologo.
Parzialità anche sui temi della shoa, dell'aborto e eutanasia.
In modo a volte scherzoso
il testo mette il dito sulle tante insufficienze della pastorale
I piccolì sono i più aperti alla trascendenza. Jean Guitton
sosteneva che proprio e solo in asilo si può essere introdotti al Credo.
Alle elementari potrebbe
rivelarsi una fatica vana.
info@quadernibellunesi.it
Circolo Antonio della Lucia
Belluno,24.12.2010
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