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Democrazia a rischio. Le responsabilità della cultura e della stampa.
Un titolo su un giornale locale: Riassetto istituzionale dei territori. La regione apre il tavolo di lavoro. Chi rappresenterà la montagna?
Vi scorgiamo un retropensiero che crediamo aberrante, ma di moda: cerchiamo un tecnico, sembra dire l’articolo, che sappia declinare la specificità della montagna e rappresentarci al gran consesso.
Che l’Ente Provincia, perché di questo discuteva il giornale, abbia un ruolo più o meno importante nell’asseto istituzionale del paese non è cosa cui debbano interessarsi i cittadini e le loro rappresentanze politiche.Se bastano i tecnici a Roma, tanto più a Belluno sembra suggerire il giornale.
La democrazia è ingombrante
Affiora lo stato etico
La democrazia, come l’abbiamo sognata, almeno chi ha una certa età, sembra veramente finita. E’ sostituita da tecnici esperti che non disdegnano di mettere in pista, necessariamente, uno stato etico, come surrogato alla loro impossibilità di rappresentare la gente e farne gli interessi: ci stanno inducendo, infatti, a giudicare il loro operato dal mero punto di vista morale. Così per le tasse, gli stipendi dei funzionari dello stato e non, dei parlamentari e del costo della politica e per le così dette caste. E nel Paese è la rincorsa all'immorale, allo sfruttatore della povera gente, individuati, come è ovvio, nelle così dette partite IVA. Per incidere sui veri meccanismi economici che bloccano la nostra società, che fanno diventare i poveri sempre più poveri, i tecnici sembrano essere non sufficientemente esperti. Ma il consenso è assicurato per via morale: nessuno si scandalizza più di niente, si accetta ogni cosa.
Un appello non privo di speranza
Venti anni di un’ideologia costruita con l’antiberlusconismo o la sua accettazione acritica, di cui si sono fatti bandiera i giornali, sono bastati per estirpare anche le radici dei partiti. Dirà la storia se hanno estirpato anche la voglia di politica, se hanno cancellato, cioè, la possibilità che le "storie della gente" possano tornare ad essere la fonte della politica. Noi di quaderni cerchiamo, sollecitiamo da tempo, uomini liberi, di buona volontà che sappiamo dar una mano per ricostruire i partiti. Non servono le proteste serve l’impegno, servono le proposte. I partiti dovrebbe essere lo spazio dove la gente discute, propone, contribuisce a creare consenso su obiettivi in grado di far crescere la cultura sociale e l’assetto economico della nostra società. Giustamente siano poi gli eletti nelle istituzioni, con l’apporto dei tecnici, a costruire l’assetto programmatico e legislativo di quegli obiettivi.
Zanette Noè
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Un invito perentorio ai sindaci,oggi in campagna elettorale: Nel Veneto si sono persi quasi centomila posti di lavoro. Le aziende hanno usato la "flessibilità" solo per diminuire i costi e non per crescere assieme ai giovani.
L'apprendistato, il sistema di "flessibilità" sul quale è orientato il governo per ridare impulso all'economia, deve incontrare una diversa cultura delle aziende:aiutare i giovani ad acquisire una elevata professionalità significa di per se mettersi nella strada della crescita.
E molto potranno fare i sindaci |
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Finanziamento della politica:un fatto necessario, ma a rischio. La politica ha costi crescenti nelle odierne democrazie pluraliste. L'organizzazione complessa di cui devono dotarsi e le campagne elettorali richiedono ingenti risorse. Il finanziamento pubblico, cioè a carico del bilancio dello stato, dei partiti e dei candidati si rende necessario se si vuole che la politica non sia appannaggio esclusivo di chi ha il controllo della ricchezza. Ma il finanziamento pubblico porta con se il rischio di trasformare i partiti in apparati burocratici autonomi e insensibili alle esigenze della società. |
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Quella del Vajont. Tina Merlin una donna contro, Tina Merlin è oggi quella del Vajont. Ma quando, da sola, raccontava le storie di quella gente non pensava certo al colpo giornalistico.. Era arrabiata per il destino già scritto di tanti, così come lo era quando si ribellava all'apparente inevitabilità per una ragazza della sua condizione sociale di dover servire a casa dei milanesi benestanti. Era arrabiata quando scriveva di compaesani emigrati, dispersi, umiliati. Oggi diremmo indignata. Tutti possono essere indignati, anche quelli dei salotti milanesi. Tina non poteva invece permetterselo, nè lei nè la gente con la quale era cresciuta, si era formata. Loro potevano solo essere arrabiati. Loro potevano solo ribellarsi. |
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Tre architetti e un rustico montano: un libro di John Pante. Nel racconto breve i tre passano le sere in un'osteria del Centro storico. Poesia di un bicchiere di vino rosso buono. Vino, schizzi, risa, ricordi e progetti.Decidono di fuggire in montagna. Vivranno l'illusione del loro fallimento come gestori del territorio. L'ambientalismo studiato, difeso,progettato ha fallito .... |
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Festa della donna: per ringraziare le donne L'attenzione verso gli altri va vissuta ogni giorno, ma la festa della donna giunge opportuna per poter ringraziare le tante donne che ogni giorno combattono in Africa e in America Latina per rendere il mondo più umano, più giusto, più cristiano |
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Quaresima 2012 - 3° domenica Commento alle letture Mentre i Giudei chiedono segni e i greci sapienza, noi invece (dice Paolo)annunciamo Cristo crocifisso scandalo per i giudei e stoltezza per i pagani, ma per coloro che sono chiamati, sia giudei che greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio. Il Cristo che ci appare in questa domenica diverso, arrabiato " non fate della casa del Padre mio un mercato", ma la sua mitezza qui giunge a compimento |
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Quaderni Bellunesi.Laboratorio di cultura e politica della provincia di Belluno Realizzato con la collaborazione del Circolo Culturale "Antonio della Lucia" |