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Le
convivenze e Chiesa:
tra realismo e sudditanza culturale
Se ne è discusso
giovedì 4 febbraio a Col Cumano di Santa Giustina: relatore don
Aristide Fumagalli, presenti i nostri sacerdoti in sede di
aggiornamento.
Le convivenze sono ormai entrate nella normalità dei comportamenti
amorosi dei giovani, (ma anche dei meno giovani già provati da
fallimenti matrimoniali precedenti), tanto che la maggior parte delle
coppie che chiedono il matrimonio religioso, ha detto don Aristide
aprendo la sua relazione, sono già conviventi.
Ma nonostante le convivenze
si divorzia di più.
Va rimarcato e ha fatto bene don Aristide ad insistervi che la
situazione non è ne migliore ne peggiore del passato, semmai si può
dire come oggi il divorzio sia facilitato da una maggiore democrazia
all'interno della famiglia e della società: un tempo la donna non poteva divorziare
perché priva di risorse economiche proprie e perché schiava della
cultura predominante nella società che relegava le sue aspirazioni, i
suoi sentimenti come gli inutili orpelli di una persona inaffidabile.
Si divorzia di più e con il divorzio molti degli ex coniugi si
affacciano alla soglia della povertà: forse, ha detto don Aristide, le convivenze crescono proprio per la
paura del divorzio e non contro l'idea di matrimonio.
Tra
convivenza e matrimonio.
Cambiare la pastorale. Come?
L'oratore ha poi tentato di categorizzare le tante situazioni di
convivenza enucleando quelle che potenzialmente potrebbero diventare un
terreno fertile per la pastorale. Ma in questo discrimine mi pare si sia
un po' perso barcamenandosi tra la difficile prospettiva di benedire le
convivenze, quasi come un catecumenato al matrimonio, e l'offrire loro
una nuova stagione di amore più vero sull'esempio di Cristo, che
porterebbe al matrimonio cristiano, ma qui confondendo l'obiettivo con
la prassi pastorale.
Ovviamente non era in gioco, per don Aristide, l'accoglienza e la
carità umana e cristiana che a queste coppie comunque deve essere
sempre offerta e lui lo ha ribadito in modo puntuale. Credo che l'impasse, cui prima si accennava, sia derivata all'oratore
in primis dal suo muoversi, forse inconsapevole, nell'orizzonte
culturale della pastorale della famiglia che da tempo, nella sua
dimensione di Chiesa italiana, non solo mostra tutti i suoi limiti
teologici e culturali, ma che dovrebbe essere per sua natura estranea
a
tematiche legate alle convivenze, a meno che non si pensi di passare sic
et sempliciter alla loro benedizione sacramentale.
Convivenza
e matrimonio
Il ruolo del sacramento
Per secondo nella disattenzione, che è parsa pronunciata, verso la
conclamata emergenza educativa di cui soffre il Paese e la Chiesa.
Emergenza educativa che lo studio dei vescovi ne "La sfida educativa"Laterza
editore, non solo certifica, ma offre anche le vie per superarla.
Una emergenza educativa che nella Chiesa la si può scorgere proprio nel
suo approcciarsi alle coppie che chiedono il matrimonio cristiano e
infine lo celebrano: con il matrimonio cristiano, voluto indissolubile
da Gesù, si assiste alla nascita di una nuova, piccola, ancora in fasce
chiesa domestica che chiede di essere seguita, allevata dalla Chiesa
Madre. Oggi il massimo sforzo della Chiesa Madre si spende nella nei corsi prematrimoniali. Lodevole, ma
insufficiente, in larga parte quasi inutile alla resa dei fatti; quello
che servirebbe davvero è una esperienza prematrimoniale di intimità
spirituale cui potrebbe accedere anche chi si barcamena in una fede
borderline . Lo
sforzo massimo dovrebbe essere profuso, invece ed ovviamente,
considerate le mode culturali imperanti, dopo la
celebrazione del matrimonio. I sacramenti sono donati dalla Chiesa come
un seme che si ha poi il dovere di coltivare fruendo di quanto la Chiesa
stessa dovrebbe mettere a disposizione: la liturgia domenicale, prima di
tutto, come assemblea delle chiese domestiche. Un compito difficile per
la nostra chiesa, ma imprescindibile, ma risolvibile se diventiamo tutti
coscienti di vivere dentro una emergenza educativa.
Don Aristide che riceve in copia questo scritto perdonerà l'ingenuità
del nostro approccio al tema e alla teologia in particolare.
Belluno 7 febbraio 2010
Noè Zanette
info@quadernibellunesi.it
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Convivenze e matrimonio.
Tra realismo e annuncio di fede.
Tra gli autori del testo
don Aristide Fumagalli
m
La sfida educativa. Laterza editore
A cura del Comitato per il progetto culturale della CEI
M
Up & down.
Solitudine e potere nella coppia
Franco Angeli editore
m
Per Luigi Gusmitta
Annunciare il vangelo del matrimonio Effatà editrice
Scrive tra l'altro Luigi
Gusmitta:
La famiglia è via della Chiesa..
E' necessario riscoprire il volto familiare della parrocchia
e la
reciprocità dell'Ordine
e del Matrimonio per l'edificazione della
chiesa...
E' necessario ripensare la parrocchia secondo il paradigma della
nuzialità.............. Sono
obiettivi che ci sembrano trascendere le possibilità di una Pastorale
della Famiglia.
Sono obiettivi che dovrebbero trovare
nella liturgia domenicale spazi di graduale accostamento per
poter diventare la cultura fondativa della parrocchia e della
società.
Ne abbiamo parlato in quaderni altre volte
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