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 Meno siamo meglio stiamo
La messa. 

Alla ricerca di piccole iniziative per qualificare la  partecipazione liturgica
Atto quinto del laboratorio.

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Indice di tutti gli articoli

Proponiamo questo laboratorio con il ricordo di uno articolo sul sacramento penitenziale apparso sull'Amico del Popolo” qualche anno fa, ammirati della liturgia domenicale cui a volte assistiamo nella Chiesa di san Rocco a Belluno, delusi da tante messe che abbiamo visto celebrare in varie chiese della diocesi, ma confortati da tante altre, forti dell'esperienza di preghiera liturgica che come circolo Antonio della Lucia abbiamo programmato e per qualche anno gestito nel pomeriggio del "primo dell'anno" nella cripta del Duomo di Belluno, sicuri che è necessario riscoprire le radici della Liturgia per attingere alla sorgente della vita. 
Al solito proponiamo alcune  tracce di ricerca, che non escludono altre che i nostri lettori possano e vogliano  proporre:si scriva a  

info@quadernibellunesi.it
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L'ingresso in chiesa
Le persone entrano in Chiesa per la messa domenicale  accompagnate dai pensieri, dalle preoccupazioni, dalle gioie e dai dolori che la vita quotidianamente riserva ad ognuno.
 Come si può emergere da questi pensieri che a volte sono pesanti e schiacciano, a volte cullano dolcemente, a volte spingono sulle aspettative del dopo messa, e affidare il cuore alla cerimonia liturgica?

Il rito penitenziale. Ovvero quando la fretta  censura la preghiera della comunità
Il confiteor. Le parole di questa preghiera sono di una intensità spirituale assoluta e laceranti: confesso a Dio Onnipotente e a voi fratelli ........... prego Dio onnipotente e voi fratelli: come è possibile che venga, a volte, quasi sempre, tralasciato?
 Sono parole impegnative, proprie di una celebrazione che vuole essere comunitaria, costitutive di una comunità: un perdono da dare, ma soprattutto da accettare.

Le letture. La predica dovrebbe essere essenzialmente l'ascolto della parola di Dio
L'attuale prassi che porta dalle letture e all'omelia, sembra, lo è nell'esperienza delle persone che partecipano al Circolo Antonio della Lucia, totalmente inefficace: la Parola di Dio  risulta  incomprensibile anche laddove l'omelia è di carattere biblico. 
Non è in causa la capacità del lettore, ma l'assenza di qualsiasi indicazione sul  contesto in cui si svolgono i fatti che si sentiranno  narrati e la tradizione teologica che a questi fatti la chiesa ascrive. 
L'omelia dopo il Vangelo serve solo ad attutirne gli effetti in chi lo ha ascoltato. Ha scritto Charles de Foucauld “ voglio gridare il vangelo con tutta la mia vita” 
Solo il Vangelo!

L'offertorio. 
Ovvero il gioco dei bussolotti
Il sacerdore bisbiglia, si lava (perché?) con qualche goccia d'acqua, aggiunge il vino,(perchè?), risuona il tintinnio delle monetine, l'organo copre un intervallo imbarazzante.
Ma è l'offertorio!
 Una comunità che ha confessato, che ha ascoltato il maestro, che ha professato la sua fede, resta in attesa, si disperde nei pensieri, dimentica.

Le preghiere dei fedeli.
Quando il Sacerdote è pastore.
Le preghiere esprimono i bisogni di una  comunità e il sacerdote come  nel Confiteor  mostra quanto la sua spiritualità e la sua vita sia vicina a quello del popolo e sappia  interpretarne le tensioni, gli aneliti, gli scoramenti e le speranze.

La comunione.
 Tutti in coda.
 Mai vista una cosa meno liturgica e capace di contrastare ogni  atteggiamento mistico.
 La situazione diviene ancor più precaria quando il  sacerdote ha paura di proclamare quel “ Corpus Cristi” ( potrebbe disturbare) e quando il fedele  bisbiglia un amen senza sapere perché.

  info@quadernibellunesi.it 


QB 

Quaderni Bellunesi. Laboratorio di cultura e politica della provincia di Belluno

Realizzato con la collaborazione del Circolo Culturale "Antonio della Lucia"