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Quaresima
a Cortina D'Ampezzo - Belluno
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Davide Fiocco
Da
Cresima a Parrocchia
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Togliti i sandali.
2 - Poi però arriviamo al vangelo. Restiamo ammutoliti per le parole di Gesù: non dispensa alcuna consolazione per i tragici avvenimenti che gli vengono raccontati. Nessuna compassione, nessun telegramma di solidarietà. Anzi, Gesù quasi anticipa le parole di Paolo: «ciò avvenne come esempio per noi». Mette a nudo il cuore dei suoi interlocutori; e mette a nudo anche il nostro cuore davanti all’enigma della sofferenza: «Credete che quei galilei fossero più peccatori...?... che i diciotto di Siloe fossero più colpevoli...?». Come se non bastasse, incalza con la parabola del fico sterile, ormai buono solo per ardere: «Taglialo! Non deve sfruttare il terreno». Perché queste rivelazioni così opposte? 3 - Per
comprendere queste parole di Gesù, pungenti e inattese, ci lasciamo
aiutare da Paolo, dalla seconda lettura: non bastò stare sotto la nube,
non bastò aver attraversato il mare, non bastò bere l’acqua della
roccia: «Furono tutti sterminati nel deserto». Sta parlando
dell’esodo, del passaggio del mar Rosso, di vicende antiche di libri
antichi, di un popolo del passato. Ma questa parola è proposta oggi,
perché parli alla Chiesa di oggi, perché parli a questa nostra
comunità cristiana. Convertire i buoni? 4. Siccome
mi chiamo Davide, mi viene qui in mente il "peccato di
Davide"; non quello di aver desiderato e posseduto la moglie di
Uria l’Hittita: per quello ottenne il perdono di Dio. C’è un altro
peccato di Davide, raccontato sul finire della sua vita, quando il re
vecchio e potente volle fare il censimento nel suo regno. Dio si
indignò e mandò la peste a decimare gli armati e i potenti sostenitori
di quel regno glorioso. Scusate la franchezza: è lo stesso rischio che
forse ha corso la Chiesa italiana negli ultimi decenni; è il rischio
che corrono le nostre comunità cristiane; è il rischio che corre anche
la nostra parrocchia. Perché i conti non tornano: non c’è neonato
che non venga battezzato, i ragazzi che non ricevono la prima comunione
e la cresima si contano sulle dita delle mani; i genitori ci tengono e,
se il ragazzino è completamente disinteressato alla cresima, i genitori
vanno in crisi: "si è sempre fatto così e tu la devi fare"
(io sinceramente ho sentito più affetto per la coerenza di quel
ragazzino). Ogni anno mandiamo in curia, e di lì a Roma, i dati per l’annuario
statistico della Santa Sede: e quali numeri! Il vangelo e una e una nuova evangelizzazoione
Cari miei, è così sterile
rimpiangere i fasti di un cattolicesimo passato; ciò che conta
veramente è vivere appieno il vangelo, soprattutto nelle pagine dove si
parla di amore del prossimo, di rispetto degli altri, di un cuore più
aperto e meno incattivito di quello che respiriamo in questi anni nella
cattolicissima Italia o forse anche in questa Conca, cristiana da secoli
ma ancora e sempre da evangelizzare.Che cosa farò? Prendo sul serio il
buon Paolo che mi sussurra: «Chi crede di stare in piedi, guardi di
non cadere». Non presumere di essere a posto: lasciati inquietare
dal Vangelo, osa di più, vivilo di più. Lo dico a me, lo dico a
ognuno, lo ribadisco per tutti, soprattutto a questa mia comunità
parrocchiale.
Chi crede di stare in piedi,
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Benedetti XVI
Don Davide Fiocco
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