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Caro Noè
Zanette,
al principio della
nostra conversazione mi sembrava ci fosse ancora un margine per qualche
intesa. E, in effetti, credo ci siano degli argomenti sui quali potremmo
portare assieme l'attenzione, come quello dello statuto della Provincia,
che ho trovato in internet (www.provincia.belluno.it),
sotto la voce: regolamenti e modulistica. Per la lettura che ho fatto
questa mattina di tale statuto, condivido con Lei la valutazione molto
negativa; è proprio una vergogna che i politici locali abbiano
approvato uno statuto così, di una estrema genericità, senza
significativi richiami al territorio, alla montagna, alle comunità
storiche da cui deriva, ecc.
Ripeto: è una vergogna per i politici locali, una delle tante, ma
una delle peggiori di questi anni (lo statuto è del 2006)!
Pur tuttavia, in linea generale, mi avvedo che le nostre scelte di fondo
sono non solo diverse, ma contrapposte. Per me è una verità ormai
acquisita che l'attuale, assurda e fin troppo vissuta provincia di
Belluno debba essere demolita, cioè quantomeno divisa in due;
non credo che ci possa essere chi mi farà cambiare opinione.
Ancor più sono convinto, se mai fosse possibile, che i tre comuni
ladini e tirolesi (altri, autodichiaratisi ladini, non lo sono), come
pure un domani il comune di Sappada, abbiano il sacrosanto diritto di
tornare nella regione per loro storicamente di appartenenza.
Mi sono meravigliato che, sia Lei sia il prof. T.P. , presente,
foste sconcertati dalla mia convinzione; ho percepito, ancora una volta,
che non tanto o non solo noi personalmente, quanto le nostre comunità
la pensano in maniera proprio diversa e, dunque, è giusto separarci,
cioè sciogliere questo <<matrimonio>>, che una delle due
parti in causa (la montagna) non ha mai voluto.
Buona giornata e cordiali
saluti.
don Floriano Pellegrini
Caro don Floriano,
noi dobbiamo essere saldi, piantati sulla roccia, mentre i giudizi sui fatti, le
stesse idee, se siamo coerenti con i nostri principi di fondo, possono
mutare.
Credo, in forza di precisi dati sociologico-politici, che prima di
pretendere l'autonomia la Provincia dovrebbe rifare il proprio statuto
dove, certamente, deve trovare posto la possibilità di autogoverno delle
nostre vallate.
Il problema è che nessuna voce dello Zoldano o dell'Agordino, o del
Comelico,
ma neanche del Cadore ha avanzato una simile pretesa
Spero ancora nella sua collaborazione
Buon Anno
Noè Zanette
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