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Liberi
Masi di Cói e Cól
Ribadiamo
la nostra condizione originaria di Zugliocarnici, comprensiva dei Carni,
dei Cadorini e degli abitanti del Capitaniato di Zoldo.
Ribadiamo la nostra condizione, di Liberi e responsabili della Comunità
di valle, riconosciuta il 22 agosto 1224.
Ribadiamo la bontà della scelta, compiuta nel 1404 dai nostri Antenati,
di unirsi ai Veneti nello Stato federale della Serenissima.
Ribadiamo che nel 1797 la Serenissima perse l’indipendenza, ma non il
suo essere, mutato da Repubblica in Regno assieme alla Lombardia, sotto
la Corona d’Austria.
Ribadiamo che nel 1848 i nostri Antenati non lottarono contro
l’Austria per perdere l’identità di Stato, ma riacquistarne
l’indipendenza, come disse il Presidente del Governo Provvisorio, avv.
Daniele Manin: «Non vogliamo che l’Austria sia più liberale,
vogliamo che se ne vada».
Ribadiamo che, nonostante la repressione seguita, il Lombardo-Veneto
fino al 1866 fu uno Stato autonomo.
Ribadiamo che nel 1866, tramite un plebiscito nel quale la questione
dello Stato Veneto fu diabolicamente omessa, ai Veneti venne imposto di
ratificare l’occupazione militare già avvenuta da parte del regno
d’Italia e d’accettare la degradazione da Stato autonomo a regione
di uno Stato di cui non avevano mai fatto parte.
Appoggiamo, pertanto, il Veneto Serenissimo Governo, che, preso atto del
riconoscimento da parte del Governo della Repubblica Italiana della
nuova Repubblica del Kosovo, staccatosi unilateralmente dalla Serbia, ha
oggi decretato che il 20 luglio prossimo «con solenne atto dichiarerà,
di fronte a Dio, alla Storia e al Popolo Veneto la ricostituzione della
Veneta Serenissima Repubblica».
Se altri hanno perso o tradito la coscienza di sé stessi, noi no! La
verità, oggi come ieri e sempre, è una sola. Viva San Marco!
don Floriano De Pellegrini
21 febbraio 2008
.
Caro
don Floriano,
Mi pare di poter osservare che non sia corretto far derivare da un'analisi storica che
non oso giudicare, anzi, che considero importante oltre che
fondata, conclusioni che appartengono ad un'altro universo, quello
politico culturale.
La storia ci insegna chi siamo, ci da ragione del nostre essere
hic et nunc.
Il domani
lo dobbiamo costruire con la nostra libertà tutta intera. Il
passato non può neppure essere assunto a metro di misura con il quale
costruire o ricostruire la nostra società, essendo
piuttosto la serie di valori che chiamiamo cultura, cultura di montagna
che è fatta certamente anche di "autonomia".
Allora spendiamo questa cultura per chiedere che lo Zondano acquisisca
quell'autonomia che i tempi permettono di gestire e che la politica già
ci ha offerto con la legge urbanistica regionale che consegna lo sviluppo
dello Zoldano ai Zoldani. Se lo vogliono.Ma finora non ho udito parole
in questo senso.
Con ogni cordialità
Noè Zanette
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info@quadernibellunesi.it
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