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La possibilità di un nuovo ospedale per la provincia di Belluno
Un ospedale a Belluno per le Terre Alte. IL sogno di Angonese 
Ma non c'é da sperare. La nostra classe politica non è pronta. La crisi economica fa il resto

 

 

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Egr. Dott.
Ermanno Angonese
Direttore Generale ULSS n.1
Belluno

Leggo sull'Amico del popolo il suo sogno sull'ospedale delle Dolomiti, dovrei esserne lieto. Da anni è stato ed è quello del Circolo Antonio della Lucia che ho l'onore di presiedere.
Mi ha colto, invece, una grande amarezza. Il suo, direttore, non è un sogno, ma la constatazione amara e tragica di una realtà strutturale dell'ospedale che la nostra classe politica forse non poteva cogliere; ma è anche la consapevolezza di una situazione di difficoltà della sanità bellunese a garantire al massimo livello, come è giusto, la salute dei suoi cittadini, difficoltà che la nostra classe politica doveva conoscere a fondo più e meglio forse di lei:  la ricerca affannosa del consenso fine a se stesso e sulla pelle delle persone malate le ha impedito, finora, di prenderne atto. 
Ho letto che l'ospedale non risponde al dettato delle leggi antisismiche in vigore, la sua progettazione d'altronde , se non ricordo male, è  degli anni '50. Tra le righe leggo anche la questione spese di manutenzione dell'ospedale già alle stelle a fronte di una ULSS che fatica a  seguire l'evolversi delle tecnologie nel sistema diagnostico e chirurgico.
Il più famoso oncologo italiano, Umberto Veronesi, le ha fatto eco su un'altra questione, dichiarando che nessuno accetterebbe di dividere la camera dell'albergo con una persona sconosciuta; un malato privo di tutte le difese vi viene costretto. Potrei continuare con i diritti dei malati o almeno con il diritto alla salute dei cittadini di Livinallongo o di Selva di Cadore, presi solo ad esempio, o sullo spopolamento della montagna imposto dalla  mancanza di servizi sanitari (e scolastici) ad altissima efficienza.  Credo che lei convenga con me, anche se mi aspetto un suo fortissimo no, che è solo una bufala il pensare che in situazioni di emergenza o di malattia grave  la sicurezza di quei concittadini montanari  possa essere garantita da uno dei nostri ospedali periferici.
E forse potrebbe dirci, cosi restando la situazione, che non sarà necessario aspettare venti anni per vedere l'ospedale di Belluno come costosa dependance di quello di Treviso.
Grazie direttore per aver lanciato la sfida al nostro mondo politico.
Non sarà accolta e di qui la mia amarezza.

Noè Zanette 
Circolo Antonio della Lucia
Belluno, 2 febbraio 2010

info@quadernibellunesi.it   

 

 

 


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Realizzato con la collaborazione del Circolo Culturale "Antonio della Lucia"