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La salute in montagna.
 
Dal pronto soccorso ai Medici di Famiglia

 

 

 

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La  tesi  attorno alla quale  ruota e il  più delle volte si  inceppa la questione  "sanità"  per le genti che abitano  in  quota, tematizza, normalmente, casi di  situazioni estreme, di emergenza,  come ad esempio  possono  essere   l' infarto  miocardico o l'ictus. 
Giustamente:primum vivere! 
La tesi porta naturalmente a rivendicare qualcosa che a prima vista sembra un "minimum" oltre il quale sarebbe impossibile vivere con dignità in montagna:più ospedali, il  pronto soccorso ovunque, cardiologi in quantità.
Se in ballo ci  fosse solo  una  questione economica non si potrebbe neppure porre il problema. 
La salute prima di tutto.
La questione, purtroppo, è più complessa, perché  il  recupero della salute, in situazione di emergenza,  si dice (lo  dicono gli esperti) che dipenda   soprattutto  dalle capacità e dall'esperienza ( numero di casi trattati) del medico chiamato in causa.

S
i pongono allora, se questo è lo stato dell'arte, almeno due questioni: 
1° quale esperienza deve possedere un medico di pronto soccorso  per garantire (lui non l'ospedale) di essere in grado di intervenire con professionalità in qualsiasi emergenza sanitaria 

2° se la casistica non fosse adeguata  per qualità e quantità si potrebbe aggirare l'ostacolo imponendo ai medici di pronto soccorso degli ospedali più piccoli  di lavorare qualche mese all'anno in ospedali di grandi dimensioni?
Oltre le emergenze la gente di montagna,vive, naturalmente, anche una questione più banale:  come conservarsi la salute.
 La salute, è  nelle nostre mani ( stile di vita) e in quelle che furono dei nostri genitori, ma dipende anche dal dono di  professionalità che i medici di famiglia possono offrirci.
 In montagna, peraltro, non solo si pone il problema di come far crescere la professionalità dei
medici di famiglia,  ma, addirittura,  è difficile coprire i posti della"condotta".
Vorremo allora porre una  terza questione che formuliamo come domanda:  la nostra classe dirigenziale  e politica che ha responsabilità in campo sanitario,  quale azioni  pensa di poter mettere in atto perché  diventi appetibile, gratificante, ambito  esercitare la  professione di medico di famiglia in montagna? (intendiamo in quota, non nella Val Belluna.). Continua. 



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Quaderni Bellunesi. Laboratorio di cultura e politica della provincia di Belluno

Realizzato con la collaborazione del Circolo Culturale "Antonio della Lucia"