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Immigrati  
La carità della Chiesa. Il ruolo della politica
Agostino Marchetto a Col Cumano di santa Giustina 

 

 

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Emigrazione e memoria storica

L'esperienza amara, a volte tragica dei nostri padri che furono emigranti in tante parti del mndo dovrebbe suggerirci parole di saggezza e comportamenti
consoni nei confronti dei tanti immigrati che con le stesse sofferenze oggi calpestano al nostra terra. 
Non sempre, purtroppo, è così.
Se ne è parlato sabato scorso a Col Cumano di Santa Giustrina in occasione della presentazione del libro "Chiesa e famiglia: La mia battaglia per una sola famiglia umana" Era presente l'autore Agostino Marchetto che ha introdotto il dibattito offrendo un panorama tragico della situazione in cui vivono decine di milioni di immigranti nel mondo. 
Per 10 anni nel dicastero della Santa Sede per la pastorale dei migranti egli è stato testimone di infinite situazioni in cui i diritti umani sono stati negati. Il suo libro 
più che sintesi e bilancio della sua attività,si offre, primariamente, quindi, come fonte autorevole per scandagliare le infine situzioni di disagio, di povertà assoluta cui sono costretti a vivere milioni di persone divenute migranti per necessità.
La sua introduzione non è stata, però, un'analisi a senso unico; ha enumerato le tante difficoltà che spesso impediscono una prassi diffusa di accoglienza, ha sottolineato il dovere di ogni immigrato di fare ogni sforzo integrarsi.
Nel rivendicare poi alla Chiesa
il diritto di di parlare, di denunciare situazione che non rispettino la dignità umana, ha voluto distinguere la carità della Chiesa e di tanti cittadini nei confronti dei migranti che è dono, dal legittimo diritto alla giustiza che che si pone come rivendicazione del tutto politica.
Pur sollecitato dall'assemblea Marchetto ha glissato sulle scelte politiche necessarie per affronrare temi e problemi come quelli dell'immigrazione. 
A ragione.
L'immigrazione con la tragicità delle vite vissute che si  accompagna, chiede certamente la conversione dei nostri cuori, ma è problema risolvibile non con una forte dose di sentimantalismo, ma di intelligenza: queso è compito della Politica. 

Memoria storia per agire oggi, non per commuoverci


Proprio l'esperienza dei nostri padri ci dovrebbe portare ad osservare che è una costante sociale, difficile da sradicare o da esorcizzare, quella per cui le popolazioni autoctone reagiscono con intolleranza alle invazioni migratorie incontrollate e quando percepiscono 
un sentimento socialmente più forte dell'amore , il sentimento 
della paura, nascono i seri problemi che furono di ieri e che sono di oggi.
E allora per essere all'altezza dei nostri nonni dobbiamo fare in modo
che l'incontrollato, il clandestino, l'illegale siano ridotti a problemi 
di piccolissime minoranze. L'accettare chiunque in una logica di compassione e di accoglienza nasconde quasi sempre  un altro volto, quello dell'esclusione e dello sfruttamento più atroce

 

Belluno,13.12.2010

Noè Zanette

info@quadernibellunesi.it   





Intervista a Agostino Marchetto di 
Marco Roncalli
La scuola editrice

 

Coloni Veneti in Brasile
a fine '800

 


Emigranti Feltrini
in Svizzere


 

 


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