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La
Chiesa di Tisoi Incredibile
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L’incontro del
Papa con gli Artisti, avvenuto il 21 novembre 2009 in Vaticano nella
Cappella Sistina, era carico di attese per il discorso che il Pontefice
avrebbe pronunciato. Le
attese non sono state deluse e le Parole di Benedetto XVI sono state una
degna continuazione di quelle pronunciate a suo tempo da Paolo VI e da
Giovanni Paolo II nei rispettivi incontri con gli Artisti. E’ un messaggio
di grande speranza e di profonda e realistica umanità, diretto non solo
agli Artisti cristiani, ma universalmente a tutti coloro il cui gesto o
parola sono espressione di un moto dello spirito; una fonte fresca e moderna
che invita il mondo dell’Arte a sostare e meditare in un confronto
dialettico sull’impegno e sulla responsabilità di presentare la bellezza. Il Papa chiama gli Artisti custodi della bellezza e
testimoni di speranze, affermando che la fede nutre ed esalta il
genio.
Si rivolge agli Artisti di ogni Paese, cultura e religioni diverse, ed anche
a coloro che sono lontani da esperienze religiose e invita tutti a non
restringere gli orizzonti dell’esistenza alla mera materialità, ad una
visione riduttiva e banalizzante. La bellezza si identifica con il perfetto e il significato del perfetto è riconducibile al concetto di bene: la bellezza è il bene perfetto. L’imperfetto, se si colloca
come tentativo lungo la scala che conduce alla perfezione, possiede i suoi
gradi di bellezza, tanto più elevati quanto più espressioni di
perfezione.La creatura umana possiede l’innata tensione alla bellezza; già
ai tempi di Platone si filosofeggiava sugli archetipi, e l’archetipo è la
sostanzalizzazione della bellezza. Perché l’uomo possiede nella sua
struttura questa tensione alla bellezza? Perché una espressione di bellezza
emoziona il suo animo? Perché è fornito di un meccanismo psicologico che
gli fa dire: che bello! (O il contrario: che brutto!).
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La bellezza è perfezione e bene, quindi un attributo divino. L’artista è colui che cerca
la bellezza prima di tutto dentro sé. La ricerca della bellezza è quasi
sempre accompagnata dalla sofferenza: è l’esperienza della fatica, a
volte del dolore, che consente all’Artista di scavare fino alle
profondità del suo spirito e sgangare il piccolo diamante da tutte le
incrostazioni che la natura ha depositato nel tempo. Questo tormento ha
dei momenti di follia in cui si accende una intuizione, scatta un
contatto, brucia una luce: sensazioni da capogiro, metafisiche, proprie di
quando si riesce a ghermire una scheggia d’infinito; e questa è la
ricompensa. Bellezza è quindi giustizia e verità. L’artista mettendo in mostra
la sua opera deve tremare per il senso di responsabilità circa il
messaggio che essa contiene. L’Artista diventa il messaggero che
comunica alla parte più recondita e più nobile dell’uomo: al suo
animo, al suo pensiero, alla sua storia.Se la bellezza è dunque bene,
perfezione, giustizia e verità, appare chiaro il significato della famose
frase “la bellezza salverà il mondo”, perché attraverso la bellezza
giungerà la redenzione e l’Arte ne è il canale privilegiato e
fondamentale. Luigi Gentilini Belluno 10.12.2009
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