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	D. Qualcuno in montagna dice di stare così poco bene che vorrebbe cambiare regione... «La situazione nelle Alpi non ha subito tante mutazioni positive in questi anni: mancano molte volontà politiche. Il cambio di regione poi è problema tipicamente italiano». D. Perché? «Solo da voi esistono le differenze tra Regioni a Statuto speciale e normale» D. Governasse lei l'Italia? «Farei tutte le Regioni a Statuto speciale, la cosa più semplice. E avrebbero tutte più autonomia finanziaria». D. L'Italia potrebbe copiare qualcosa dalla Ue? «Difficile, perché manca una "tradizione federale". Non si può implementare questa tradizione senza radici culturali e storiche. Ma il sistema italiano deve adattarsi a questi bisogni di autonomia» D. E le Comunità montane? «Hanno diminuito la loro importanza: un peccato. L'Italia era all'avanguardia in tutto l'arco alpino e in Europa quando creò le Comunità montane. Allo stesso tempo anche in Svizzera hanno creato regione montane; e da 2-3 anni francesi hanno creato i "pays". La Comunità montana è struttura importante contro il campanilismo dell'area alpina». D. Alcune Comunità sono state usate malamente... «Lo so. Ci sono state cose sbagliate e pericolose, ma non sono argomenti contro il sistema delle Comunità montane».	D. La città ha bisogno della montagna? «Per lo sviluppo sostenibile non si pensi solo agli interessi locali ma a combinare quelli regionali e sovraregionali. Pianura e montagna devono "giocare" assieme». D. I Paesi più bravi? «Finlandia, Svezia, Norvegia. Hanno avuto uno sviluppo industriale con non ha squassato il territorio; e lo Stato ha partecipato a questo sviluppo moderno». D. Le macroregioni? «Fondamentali, in questo momento devono diventare "maggioranza" in Europa: strutture federali, con interessi comuni». D. Funzionerà un tale esperimento socio-politico? «La Ue è struttura centralistica i cui problemi interni diventeranno sempre più grandi e la metteranno in crisi. Per questo devono funzionare le macroregioni». D. Come bloccare lo spopolamento della montagna? «Con l'economia innovativa, da crearsi in stretto rapporto col territorio. Voi nel Bellunese ci siete riusciti cogli occhiali e la rete dei piccoli produttori. Ma vedo che ovunque i giovani vanno via. Ci vogliono nuovi progetti, credibili e finanziati». D. Il turismo? «È solo una possibilità tra le altre e molto importante specialmente nei comuni lontani dalle città». D. Proposta per ladini e minoranze linguistiche? «Bisogna aiutare tutti a esprimersi nella lingua ufficiale e in quella madre. Le minoranze devono autogovernarsi, ma anche non sopprimere tutte le diversità che sono il vero valore della montagna».





































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