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Lettera Aperta al Sindaco di Belluno
La
comunità montana dell'Alpago ancora
senza giunta.
Loredana Barattin
La casta, le Comunità Montane e
i piccoli comuni
Le C. M. come antidoto
Intervista a Werner
Baetzing
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Don Floriano Pellegrini. Dividere la provincia
Identikit
per un sindaco
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Piccoli comuni.
Nel Silenzio
di Antonio Ciotti
Sindaco di Pieve
interviene
Bortolo Mainardi
Lettera
aperta
al sindaco di Pieve di Cadore
IL
contrasto tra la Lega e il Sindaco di Belluno
Una spaventosa
possibilità sull'accordo De Gasperi - Gruber
A Cortina un referendum per approdare a
Bolzano
IL tema
degli "ultimi" ci appartiene
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La sfiducia nelle
proprie capacità e in quelle di chi lavora e vive a fianco,
nella potenzialità e ricchezza del territorio, nella forza
prorompente di una tradizione culturale densa di storia anche se dura e
difficile, nella bellezza di un paesaggio che si specchia negli
occhi della gente che lo abita: la sfiducia oggi è un fiume in piena
che rischia di straripare in alcuni comuni montani della provincia.
Sfiducia in se stessi e speranza sperata da fuori.
Oggi per loro la salvezza ha solo un nome :
si chiama Trento e Bolzano!
Diteci che non é vero!
Perché questa è la cultura di gente che aborrisce la fatica, anche
quella di pensare.
Questa è la cultura folle di chi sogna di essere mantenuto
Questa è la cultura del bambino che non vuole crescere.
Questa è la cultura dell'immaturo che sogna la lotteria.
Questa non è la cultura della gente di montagna!
Questo avevamo pensato e scritto nell'articolo di "Quaderni"
Referendum
a Cortina. Nomi e cognomi di un disastro annunciato
che il sig Michele Masini ci ha contestato con la nota che
pubblichiamo di seguito.
Non ci piace ergerci a giudici delle idee degli altri, che vogliamo,
invece, sempre onorare, ma siamo costretti ad una replica perché ci
pare che la posta in gioco sia troppo elevata.
Questo non è tempo per mettere in discussione confini piccoli o
grandi
Circolo Antonio della Lucia
info@quadernibellunesi.it
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La
lettera di Michele Masini
Non è vero che i
"foresti" sono la maggioranza in Cortina. Come fate a scrivere una
simile castroneria ?
Le residenze "acquisite" da altri comuni sono
assolutamente inferiori al 50%, la maggioranza è di persone nate a Cortina o da
famiglie già residenti da secoli in paese.
Le "Regole"
non sono di origine Cadorina, ma Longobarda, Celtica, ecc ecc (la proprietà
indivisa e non vendibile dei boschi, con un solo rappresentante per ogni
famiglia residente non esiste nel diritto romano.).
Non è vero che un domani i
nuovi residenti dovrebbero chiedere tutela: in provincia di Bolazano, a
differenza di Belluno, tutti sono tutelati benissimo (lo spiegatre bene anche
Voi, citando lo schifo dei politici traditori di Belluno...)
Non è vero che ci
si capisce meglio con i cadorini che con i ladini della Badia.. ci si capisce
benissimo e di quà e di là... siete Voi che non lo volete capire.
Non è vero,
ed è spaventosa la Vs. falsità, che il trattato De Gasperi Gruber escluderebbe
Anpézo: è vero il contrario !!! Vi ricordo, ma lo sapete benissimo, che
Anpézo, con l' Alto Adige, entrò in Italia nel 1918 ! E' ovvio che il trattato
laddove dice Alto Adige - Sud Tirol dice proprio Cortina d' Ampezzo.
Anpézo è indiscutibilmente Welsch-Tirol. LO DITE ANCHE VOI !!!
Se
riuscirete a liberarvi del cumulo di contraddizioni che vi offusca la mente (ma
forse non lo volete fare..) ammetterete che le incessanti richieste dal
1919 (consiglio comunale alla unanimità...) fino ad oggi (referendum con 70% di
pareri favorevoli) di restare nella propria regione montana, il
Trentino-Sud Tirol, devono essere accolte in democrazia e secondo il disposto
della Costituzione Italiana.
Anpézo ha SEMPRE richiesto di restare
nella propria regione, da quando i fascisti l' hanno divisa (divisa!!!) dai
fratelli ladini, cambiando anche il nome (siamo nel 1924) al paese.
l nome del paese fino al 1924 è ANPEZO
IN TIROLO, ma guarda un po'...
Se invece la democrazia non esiste e la
pulizia etnica (lo ammettete anche Voi!!! ) iniziata con il fascismo deve
continuare, allora si lasci Anpézo in Tirolo ... lo si lasci in provincia
di Belluno.
Una ingiustizia ed una
violenza anti-democratica di cui dovreste solo vergognarvi !
E'
sbagliatissimo confondere le ingiustizie che subisce, anche per colpa propria,
Belluno, con la situazione GIUSTA, di AUTONOMIA, ottenuta da Bolzano: non "privilegi"
!!!Bolzano si tiene i propri soldi, sono
i Bellunesi (e il Veneto) che vengono saccheggiati (e soprattutto Cortina d'
Ampezzo...) dal centralismo LADRO !!!Il Vento è infinitamente più RICCO del
Trentino Alto Adige...Che privilegi:
GIUSTIZIA !!! e DEMOCRAZIA !!!
Magari anche rispetto della Costituzione Italiana...
Michele
Masini
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La
replica
Giriamo così la frase: bisogna riconoscere che i discendenti delle famiglie
che conobbero l’impero asburgico (e non il Sudtirolo) sono oggi la
maggioranza.
Non è vero. Ma se anche lo fosse?
Di quale percentuale discutiamo?
Le regole sono cadorine!
Negarlo è ignoranza storica.
Se tutela vuol dire denari, può darsi: ma non è detto: in Alto Adige i
denari li distribuisce il Landeskomandant e a chi vuole lui, preferibilmente ai
tedeschi.
(Conosciamo una persona in Val Venosta, scrittore ed editore, sposato
con una del luogo, che potrebbe dirle quanto possa essere facile fondare un
circolo culturale quando si porta un nome italiano)
… Ma se tutela vuol dire libertà, vuol dire democrazia, vuol dire
possibilità di intervenire nelle decisioni… di là non c’è e tutto è
messo a tacere sotto panes et circenses = euri a pioggia.
Il giudizio può essere solo glottologico.
E tale giudizio non può non
vedere che le differenze grammaticali tra San Vito e Cortina si limitano a poche
cose: la thetà dei Sanvitesi e la zeta degli Ampezzani…
Chi invece riesce a
leggere tutte le pagine della Pravda ladina ?(La Usc dei ladins, che per gli
ampezzani dovrebbe chiamarsi Ra Osc dei ladis).
Complimenti! Neanche il più esperto giurista di diritto internazionale
riuscirebbe ad essere così sicuro.
Se fosse verità sarebbe spaventosa?
Paradossi della storia: quando era in Tirolo Ampezzo reclamava la sua
specialità italiana. Quando è in Veneto reclama la sua specialità tirolese…
è stata sotto Aquileia, sotto Gorizia, sotto Lubiana, sotto Bressanone …
Vienna, sotto Roma…
Il 70%? Non è vero: il 53%. Nei referendum si contano anche i non voti.
Quanto a fascismo, ne abbiamo viste di eloquenti durante la campagna
referendaria: intimidazioni, lettere anonime, menzogne… Evidentemente il
fascismo ha segnato davvero la valle di Ampezzo. E si sono diffuse voci sulla
fascistizzazione del comitato del no per opera di una donna di 73 anni… Ma
fateci un piacere! Si è vista dietrologicamente propaganda perfino nelle
iniziative della parrocchia! Il fronte del no ha prodotto 5 volantini
dubitativi. Il regime Titotiano ha prodotto montagne di carta: con quali fondi?
Forse con quelli provinZiali?
Non è vero. Semmai si chiamava
Ampezzo-Hayden. Ampezzo del Tirolo è una
sega mentale imposta da don Pietro Alverà. Il buon Firmiliano Degasper ha
sempre contestato il ruolo del clero nella tedeschizzazione di Ampezzo; e
pubblicò un volumetto interessante in cui sottolineava la cadorinità di
Ampezzo (non dimentichiamo che nella Magnifica Comunità del Cadore il seggio è
ancora lì, vacante dal 1511, quando gli Ampezzani salirono sul carro del
vincitore).
Gli rispose il parroco Barbaria con toni più patetici e ideologici
che storici. Eppure il buon Giuseppe Richebuono (di indiscussa fede tirolese)
intitola così un suo testo: "Ampezzo di Cadore". Onestà di uno
storico onesto!
Sono privilegi e basta!
Un Veneto paga allo Stato 3000 euro pro capite e riceve 1500; un Altoatesino
paga 3300 euro (bontà loro) e riceve 5000. Questa non è autonomia!
Ma non ruba allo Stato. Semmai è "depredato", però esiste anche
un principio di solidarietà.
Il Veneto è più ricco e più democratico. Per questo le procedure
burocratiche sono più lente: non decide tutto il Landeskomandant. Il Veneto ha
imprese private (e non provinciali), ha tre grandi università (cosa che manda
nella Provinzia dove tutta l’economia è fatta di agricoltura e turismo), ha
tre aeroporti… Forse non è proprio così male il Veneto.
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