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   Magdi Allam a Belluno e Santa Giustina
Il giornalista ha presentato il suo libro
io amo l'Italia, ma gli italiani la amano?
Nostra intervista

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Indice
di tutti gli articoli

 

 

Nella lunga intervista concessa a Quaderni Bellunesi Magdi Allam, Vice direttore del Corriere della Sera ad personam,ha affrontato con coraggio e determinazione, offrendo giudizi netti e non equivocabili, i temi del terrorismo e dell'Islam violento. 
In questa seconda parte dell'intervista Magdi Allam si schiera in modo convincente e assoluto con papa Ratzinger e la sua lectio magistralis di Ratisbona
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L'intervista

D. Come presenterebbe se stesso ad un lettore bellunese?

Magdi. Un giornalista che crede nel ruolo e nella funzione etica dell'informazione, impegnato nella diffusione di un'informazione corretta e nella promozione di quei valori capaci di favorire una comune civiltà dell'uomo.

D. Il Papa a Revensburg ha sbagliato?

  Magdi.  Io credo che il papa abbia legittimamente espresso la sua valutazione dell'Islam. 
Questo diritto alla libertà di espressione oltre ad essere il cardine della civiltà occidentale, della civiltà dell'uomo è anche un dovere religioso da parte del capo della chiesa cattolica. 
Considero altamente positivo il fatto che tenda a chiarire delle posizioni che rappresentano in modo oggettivo la diversità che c'è tra due religioni che sono certamente diverse.
Partendo da una corretta manifestazione di questa diversità si rende possibile avviare un dialogo serio e costruttivo tra realtà diverse nel reciproco rispetto e condivisione del traguardo che realizzi il bene e la pace.

D. Il dialogo multiculturale è possibile? 

Magdi.  Oggi noi viviamo in una fase infelice della nostra storia contemporanea, caratterizzata da una guerra scatenata dall'estremismo e terrorismo islamico che colpisce indistintamente ebrei, cristiani e mussulmani, occidentali e arabi orientali, coltiviamo al tempo stesso in noi il nichilismo e la relativizzazione dei valori, delle identità, delle religioni.
 Questo contesto rende assai difficile riuscire a dialogare seriamente e costruttivamente, ma io ritengo che non ci sia alternativa al successo della volontà dell'uomo per raggiungere il traguardo di un mondo dove nella diversità religiosa ed etica si possano assicurare per tutti condizioni di civiltà e di pace

D. Ma quale è la sua concezione del dialogo?  

Per me il dialogo non è uno strumento neutro.
Come ho anche scritto nel mio libro, non si dialoga per dialogare.
Non ha senso dialogare con chi disconosce il diritto alla vita di tutti. 
Anzi è sbagliato, controproducente, si legittima e si accredita, così, qualcuno il cui scopo recondito è la conquista del potere dove non ci sarà spazio per il dialogo, per la liberta e per la democrazia.
Ritengo che la linea rossa oltre la quale non è possibile dialogare sia il riconoscimento e il rispetto del valore della sacralità della vita di tutti.

D. E la via dell'amore che è il fondamento dell'agire cristiano, non potrebbe creare le condizioni per un dialogo proficuo?

L'amore è sicuramente la linfa vitale per avvicinare persone, ma è evidente che non è sufficiente in un contesto dove una delle parti non riconosca i valori fondanti della nostra umanità: la sacralità della vita, la dignità e libertà della persona.  Purtroppo oggi tutto questo non è certamente riconosciuto e garantito in gran parte dei paesi mussulmani.

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Quaderni Bellunesi. Laboratorio di cultura e politica della provincia di Belluno

Realizzato con la collaborazione del Circolo Culturale "Antonio della Lucia"