Altri
articoli
IL
sacerdote
Una riflessione di Luigi Gentilini
Parrocchia
di cortina
Itinerario quaresimale
5° domenica
Parrocchia
di Cortina
Itinerario quaresimale
4° domenica
Anno
sacerdotale
Documento-base
per il C.A. della Lucia
Parrocchia
di Cortina
Itinerario Quaresimale
3° domenica
Parrocchia
di Cortina
Itinerario Quaresimale
1° domenica Parrochia
di Cortina
Intinerario Quaresimale
2° domenica
Parrocchia
di Cortina
Itinerario quaresimale
Le ceneri
Don
Aristide Fumagalli
Convivenze e matrimonio
(1°)
Don
Aristide Fumagalli
Convivenze e matrimonio
(2°)
Giornata
della Vita
Lexio Magistralis
di Don Giorgio Lise
Don
Davide Fiocco
Omelia di Natale
2009
Don Giorgio Lise
Omelia di Natale
2009
Don
Giorgio Lise
Omelia Tutti i Santi
Eluana,
un libro,il Concilio e i lefebvriani
Da
Cresima a
"cresimificio"
Emergenza
educativa nella Chiesa
Lettera aperta
al Vescovo
di Belluno Feltre
La
messa domenicale è un evento
Parrocchia
e frazioni comunali
La
Messa
Tanti preti santi
Ma non mancano i funzionari.
Un
intervento di Alex Vascellari
La verità
della Chiesa
solo nell'Eucaristia
Teresa
de Bortoli
L'insegnamento
della Religione
Cattolica
In morte
di Celeste
Bortoluzzi.
L'omelia
di Don
Rinaldo Sommacal
Caso
Welby 1
Requiem laico
Giuliano Ferrara
Caso
Welby 2
I funerali
Di Giuliano Ferrara
Il
Sinodo diocesano
Pastorale
familiare
(1°)
Tutti
gli articoli
|
|
Togliti i sandali.
Il coraggio di cambiare
1- Questa pagina dell’Esodo è
affascinante, mi prende sempre: quel roveto che non si consuma, l’ordine
di togliersi i sandali, la rivelazione del sacro nome di Dio. Come Mosè
vorrei osservare lo spettacolo di una fiamma che non si consuma.
E come Mosè incontro un Dio che ha già osservato le sofferenze
del suo popolo. È uno dei momenti più sublimi della storia sacra: Dio
rivela il suo nome "Jhwh"; Dio si rivela come colui che
osserva e tiene conto delle nostre sofferenze.
2 - Poi però arriviamo al vangelo.
Restiamo ammutoliti per le parole di Gesù: non dispensa alcuna
consolazione per i tragici avvenimenti che gli vengono raccontati.
Nessuna compassione, nessun telegramma di solidarietà. Anzi, Gesù
quasi anticipa le parole di Paolo: «ciò avvenne come esempio per
noi». Mette a nudo il cuore dei suoi interlocutori; e mette a nudo
anche il nostro cuore davanti all’enigma della sofferenza: «Credete
che quei galilei fossero più peccatori...?... che i diciotto di Siloe
fossero più colpevoli...?». Come se non bastasse, incalza con la
parabola del fico sterile, ormai buono solo per ardere: «Taglialo! Non
deve sfruttare il terreno». Perché queste rivelazioni così opposte?
3 - Per
comprendere queste parole di Gesù, pungenti e inattese, ci lasciamo
aiutare da Paolo, dalla seconda lettura: non bastò stare sotto la nube,
non bastò aver attraversato il mare, non bastò bere l’acqua della
roccia: «Furono tutti sterminati nel deserto». Sta parlando
dell’esodo, del passaggio del mar Rosso, di vicende antiche di libri
antichi, di un popolo del passato. Ma questa parola è proposta oggi,
perché parli alla Chiesa di oggi, perché parli a questa nostra
comunità cristiana.
E che cosa dice?
Convertire i buoni?
difficile
4. Siccome
mi chiamo Davide, mi viene qui in mente il "peccato di
Davide"; non quello di aver desiderato e posseduto la moglie di
Uria l’Hittita: per quello ottenne il perdono di Dio. C’è un altro
peccato di Davide, raccontato sul finire della sua vita, quando il re
vecchio e potente volle fare il censimento nel suo regno. Dio si
indignò e mandò la peste a decimare gli armati e i potenti sostenitori
di quel regno glorioso. Scusate la franchezza: è lo stesso rischio che
forse ha corso la Chiesa italiana negli ultimi decenni; è il rischio
che corrono le nostre comunità cristiane; è il rischio che corre anche
la nostra parrocchia. Perché i conti non tornano: non c’è neonato
che non venga battezzato, i ragazzi che non ricevono la prima comunione
e la cresima si contano sulle dita delle mani; i genitori ci tengono e,
se il ragazzino è completamente disinteressato alla cresima, i genitori
vanno in crisi: "si è sempre fatto così e tu la devi fare"
(io sinceramente ho sentito più affetto per la coerenza di quel
ragazzino). Ogni anno mandiamo in curia, e di lì a Roma, i dati per l’annuario
statistico della Santa Sede: e quali numeri!
I politici poi ci confortano e mostrano interesse per la religione,
imprescindibile per il quieto vivere. È la religione civile che gli
"atei devoti" stigmatizzano in autorevoli saggi e articoli,
perché sia segno di un’identità nazionale o paesana. Ma in tutti
questi numeri, in tutta questa marcia trionfale, dov’è finito il
Vangelo? Abbiamo sacramentalizzato l’Italia, l’abbiamo ritualizzata,
l’abbiamo riempita di tradizioni che popolano i sagrati e un po’
meno le chiese. Ma la possiamo dire ancora evangelizzata? Guardiamoci
attorno:Gesù dice: «a chi perdonerete i peccati saranno perdonati».
Ma su questo passo del Vangelo, su questo sacramento i battezzati si
sono fatti lo sconto e i saldi di fine stagione. Gesù dice di porgere l’altra
guancia a chi ti percuote la destra. Ma l'assioma di vita è tutt’altro:
mai zede!
Ed ecco che membri della stessa famiglia rimpinguano i tribunali di
cause civili e scalano tutti gradini della giurisprudenza fino alla
Cassazione. Meglio pagare gli avvocati che dividere l’eredità con il
fratello! Quante persone, che stanno timidamente sulla soglia di chiesa,
giorno dopo giorno ci sorpassano in una vita evangelica? È meglio
correre avanti nel vivere il vangelo o correre sui primi banchi della
chiesa?
Ascolto l’obiezione: "Una volta non era così… I tempi sono
cambiati… In che mondo viviamo...".
Il
vangelo e una e una nuova evangelizzazoione
Cari miei, è così sterile
rimpiangere i fasti di un cattolicesimo passato; ciò che conta
veramente è vivere appieno il vangelo, soprattutto nelle pagine dove si
parla di amore del prossimo, di rispetto degli altri, di un cuore più
aperto e meno incattivito di quello che respiriamo in questi anni nella
cattolicissima Italia o forse anche in questa Conca, cristiana da secoli
ma ancora e sempre da evangelizzare.Che cosa farò? Prendo sul serio il
buon Paolo che mi sussurra: «Chi crede di stare in piedi, guardi di
non cadere». Non presumere di essere a posto: lasciati inquietare
dal Vangelo, osa di più, vivilo di più. Lo dico a me, lo dico a
ognuno, lo ribadisco per tutti, soprattutto a questa mia comunità
parrocchiale.
Penso spesso, per dovere professionale, alla grandezza passata di tante
Chiese e di tanti santi dell’Asia minore, dell’Africa proconsolare:
non c’è più nulla… E mi chiedo: che ne sarà di queste terre?
Chi crede di stare in piedi,
guardi di non cadere».
|
|
Nwachukwu Fortunatus
Togliti i sandali
Il coraggio di cambiare
Edizioni Paoline
Bregantini Carlo Maria
Le 7 parole di Gesù in croce
Edizioni Messaggero
Benedetti XVI
Messaggio per la quaresima 2010
Vaticana editrice
Sigalini Domenico
Un cielo vicino
Edizioni AVE
Fausto casa/ED
I primi venerdi del mese e ora santa nella notte della passione
Edizioni Messaggero
Don Davide Fiocco
Domenica 7 marzo 2010
info@quadernibellunesi.it
|