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Oggi avrei proprio desiderato essere un grande scrittore per descrivere con
parole non scontate quanto avvenuto di grande in questa piccola parte della
grande Africa.
Oggi avrei desiderato essere un grande fotografo per immortalare in una
singola immagine la gioia incontenibile di un'intera famiglia di fronte ad un
dono inatteso.
Oggi avrei voluto essere un grande regista per filmare un giovane spastico
che, utilizzando i piedi, tagliava con una forbice il nastro posto all'ingresso
della sua nuova casetta.
Oggi avrei voluto essere un poeta per dire anche quello che le immagini non
possono e non sanno dire.
Purtroppo mi ritrovo invece carente, sia nelle parole, sia nelle immagini (la
batteria della telecamera mi ha abbandonato proprio sul più bello!) nel
raccontare la storia di Peter Lutaaya e di come i gruppi Colibrì di
"Insieme si può..." gli abbiano fatto dono in casetta dove d'ora in
poi potrà vivere con la sua famiglia che dire sfortunata è davvero poco.
Peter infatti è spastico, orfano di padre, la madre sta morendo di Aids
mentre le tre sorelle e il fratello, tutti giovanissimi, sono anch'essi
sieropositivi.
Vivevano finora tutti in una piccola casetta di 15 metri quadri
dove era impossibile entrare con la carrozzina e per la quale pagavano un
affitto al di sopra delle loro quasi inesistenti finanze.
Nello scorso mese di ottobre i gruppi Colibrì, informati di questa questa
situazione dai volontari di "Insieme si può..." che operano a
Kampala, avevano deciso di dedicare a Peter e alla sua famiglia la consueta
iniziativa natalizia, che li ha visti visitare centinaia di famiglie per
annunciare a tutti che Gesù Bambino aveva quest'anno anche le sembianze e le
aspettative di Peter.
Come negli scorsi anni per Harriet, una ragazza di Gulu rimasta paralizzata a
causa di una pallottola, per David, anche lui invalido, per Lucas, bambino
brasiliano bisognoso di costose cure mediche, l'impegno dei Colibrì si è
concretizzato nei 5.000 euro necessari alla costruzione di una bella casetta
costruita nella periferia della capitale dell'Uganda.
I lavori, iniziati a metà gennaio, sono stati portati a completamento in
soli due mesi, un piccolo-grande miracolo reso possibile dal lavoro congiunto di
tante persone.
Di Nicholas, prezioso e vulcanico collaboratore di "Insieme
si può...", dei suoi operai della scuola professionale MCAFS, delle donne
del progetto di micro-credito.
E certamente alla festa di inaugurazione, sugellata dalla consegna di una
maglietta inviata a Peter dai ragazzi bellunesi, assieme a Piergiorgio,
Stefania, Flavia e Alessandro, in visita da Belluno ai progetti che
"Insieme si può..." sta realizzando in Uganda, erano idealmente
presenti anche Edy, "anima" del gruppo e tutti loro, i Colibrì che si
sono impegnati per costruire un piccolo angolo di Paradiso per una famiglia che
stava vivendo momenti di autentico inferno.
Piergiorgio Da Rold
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Peter
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