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Belluno tra stelle e mediocrità
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Egr. e carissimo ing.
Nino Bonan,
tante, troppe volte, ho letto nella cronaca di Feltre
dei giornali locali di ascensori, di scale
mobili, di trenini ed altre idee consimili, altrettante volte il Sindaco ha
tentato di chiarire, di persuadere, di puntualizzare.
Tutto sempre e solo nella
cronaca di Feltre!
Eppure il problema, come ben mi insegni, avrebbe una valenza che va ben oltre
quella locale e provinciale: si tratta di intervenire con un piano urbanistico
in una città cinquecentesca e per di più cinta di mura.
Materia per pensare.
Ora la quiete sembra tornata, il Comune ha fatto la sua scelta che immagino
condivisa elevando a gloria perenne gli ascensori.
Bene!
Un giusto tributo alla
modernità di una città che è stanca di essere l'essenza della cultura,
dell'arte e della storia del nostro territorio.
Una cultura e una storia che io
ho imparato ad amare non attraverso i palazzi o le vedute, ma guardando negli
occhi la gente feltrina che sempre ho sentito degna e orgogliosa di essere erede
di questo grande patrimonio.
La modernità chiama gli ascensori!
Mi immagino gli applausi dei turisti e
dei cittadini!
Magari, in questa nostra società che ha smarrito il senso del
bello, può ben essere.
Non so come tu la pensi, certo hai gli elementi per giudicare. Voglio quindi
proporti per me e per i lettori di Quaderni alcune domande.
Un tempo si poneva il problema di come invogliare la gente a salire in
"Cittadella", ad abitarvi per quanto possibile:
é questa la missione affidata oggi
agli ascensori?
Con gli ascensori si consoliderà un business in grado di mantenere la città
nella sua attuale struttura architettonica e artistica?
E quasi provocandoti :
a quanti si vorrebbe offrire l'opportunità di salire o di
abitarvi?
Ai soli storici e amanti dell'arte?
A qualche frettoloso
turista?
Sono sicuro che Feltre si è contorta discutendo di questi temi.
Purtroppo
non ho notizie in memoria.
E allora ti chiedo,ancora, tanto per esemplificare qualche problema:
E' possibile, è previsto dai piani urbanistici che in via Mezzaterra, in via Paradiso o in Piazza Maggiore
si possa concentrare una serie di ristoranti ad alta eccellenza gastronomica?
(vedi su Quaderni La ristorazione )
E' possibile che su queste strade si possa aprire qualche super mercato?
E' possibile aprire negozi, luoghi di ritrovo, enoteche, gelaterie con
l'ambizione e l'impegno, l'obbligo di un disciplinare che garantisca l'assoluta
qualità?
Insomma sarà possibile a Feltre assaporare un caffè, gustare un buon pranzo
con nel cuore e negli occhi lo splendore della cultura e dell'arte feltrina.
Se tutto questo od altre consimili alternative non fosse possibile non mi
resterebbe che ripeterti:
perché salire in "Cittadella"?
Un tempo anch'io, spesso discutendo con te, ho sognato qualcosa per
Feltre.
L'ho sognata con un piano urbanistico che spostasse il baricentro della
città attorno alla cattedrale.
Ho sognato salire da questa piazza le scalette,
finalmente attrezzate a mostra d'arte permanente, trasformate comunque nel punto
più alto della proposta culturale feltrina con parte, ad esempio, del museo
archeologico.
Ho sognato di salire in punta di piedi per sentire il calpestio
della storia.
Ho sognato, con questo tumulto nel cuore, di arrivare in Piazza
Maggiore di spalancare gli occhi e il cuore all' apoteosi di cultura, di storia,
di qualità della vita della "città vecchia".
Ho sognato un rincasare
lento, così colmo il cuore dei piaceri della vita da essere indeciso su quale
dei tre percorsi avventurarmi da Piazza Maggiore.
Gente e palazzi di queste
strade gareggiano quanto a storia, bellezza e cultura.
Solo sogni.
Grazie per la tua risposta.
Sarò, comunque, sempre onorato se potrò ospitare
qualche tuo intervento.
Noè Zanette |
Feltre Piazza Maggiore
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