QB  Quaderni Bellunesi      Belluno in libreria

Tutte le novità librarie sulla provincia di Belluno

  
Home page | Quaderni Bellunesi | Terra Nostra |     Contatti |  Cerca 
           

 

.
Natale 2008. Cortina. Messa del giorno
Eppure in quel bambino c’è l’eterno, c’è un senso, è pieno di grazia e di verità.
Omelia del decano don Davide Fiocco,a
:

 

Altri Articoli

Quaresima 2008
Una omelia di Don Davide Fiocco


Eluana, un libro, il Concilio e i lefebvriani

Natale 2008
Messa del Giorno
Omelia di don Davide Fiocco

Natale 2008
Messa della notte
Omelia di
Don Davide Fiocco

Da Cresima a
"cresimificio"


Emergenza educativa nella Chiesa

Lettera aperta
al Vescovo
di Belluno Feltre
 

La messa domenicale è un evento

Parrocchia e frazioni comunali
La Messa 

Tanti preti santi
Ma non mancano i funzionari.

Un intervento di Alex Vascellari

La verità
della Chiesa
solo nell'Eucaristia

Teresa de Bortoli
L'insegnamento 
della Religione
Cattolica

In morte di Celeste
Bortoluzzi
.
L'omelia di Don
 Rinaldo Sommacal


Caso Welby 1
Requiem laico
Giuliano Ferrara


Caso Welby 2
I funerali
Di Giuliano Ferrara

Il Sinodo diocesano

Pastorale familiare
(1°)
Tutti gli articoli
di Chiesa

Tutti gli articoli

 

 

 

Et vidimus gloriam eius

Alcuni giorni fa, ricevo una mail da un giovane, che chiamerò Alex, con un nome fittizio per garantirgli l’anonimato. Gli era stato chiesto di essere presente la notte scorsa come chierichetto, nel nobile servizio dei dodici. Nobile forse un tempo, adesso piuttosto boicottato perché altre attrattive sono più allettanti.
Ad ogni modo, per giustificare la sua assenza scrive: «…poi, scusa, don…, ma – a conti fatti – sono almeno otto volte che partecipo alla messa di mezzanotte… Sempre uguale: lo stesso Beata viscera, lo stesso Transeamus, per il quale ormai, se non fossi stonato come una campana, potrei comodamente dare man forte alla Schola cantorum … Sempre lo stesso Gloria con le campanelle a distesa, il Credo, e soprattutto sempre le stesse facce… Spegni le luci, riaccendi le luci, canta il Gloria… Surgite, sedeant e arriva l’una e un quarto… C’è un senso di stantio nella liturgia; un che di vecchio».
E mi sono interrogato sulle nostre responsabilità di noi adulti e di ecclesiastici, aggrappati a coreografie e parole che ci sembrano eterne e irrinunciabili, ma sono talvolta incapaci di comunicare la fede alle giovani generazioni, addirittura a giovani che – pur controvoglia – in chiesa ci vengono, almeno per onorare il servizio liturgico.
Però non voglio darla vinta così facilmente al buon Alex, almeno per quel po’ di orgoglio che mi rimane. E allora ho pensato a questa chiesa, alle mura di questa chiesa… Fino a qualche mese fa, erano sporche, impregnate della caligine di candele e dei residui dell’incendio del 2001… C’erano crepe, alcune piuttosto preoccupanti… Che fare? Buttiamo via tutto? Costruiamo una chiesa nuova?... No… è stato molto più esaltante restaurare. E qui c’è stata la curiosità di imparare dai tecnici, dalle maestranze. Sarebbe molto più facile tinteggiare sopra allo sporco, coprire di tempere e vernici i residui dei secoli. Ma quello non è restauro: con buona pace di chi lo esercita per professione, è l’opera dell’imbianchino, da bassa manovalanza della tinteggiatura. E lo dico con cognizione di causa, visto che le estati da liceale me le sono passate o tra i cavi elettrici o tra i pennelli dell’imbianchino. Quello non restauro: è coprire, nascondere, velare. Restauro è pulire, è togliere lo sporco, per risalire allo strato primigenio, anche se mi riporta alle ombre di una tinteggiatura antica, ma originale. Restauro è salvare quanto di bello resta, e metterci una mano delicata che solo integra, aggiusta, sana, ma non viola. Ecco… Lo stesso vale per queste nostre liturgie, per questo giorno. Non basta una mano di novità, un ritocco superficiale, una tinteggiatura. Caro Alex, dobbiamo andare a fondo, ripulire questa liturgia e tornare laggiù, a Betlemme e guardare a quel bambino. È solo un bambino, è tenero, è dolce… ma è il Figlio di Dio. E se Dio fa qualcosa nella storia lo fa per sempre. Il problema è trovare il linguaggio per dirlo a te, giovane sommerso di così tante possibilità di comunicazione, sicuramente più colorate dei neumi gregoriani, del profumo dell’incenso, di coreografie liturgiche che forse piacciono tanto a noi preti, perché le abbiamo viste sempre così. Tu passi come nulla dal web agli MP3, da outlook ai sms.
Però ti chiedo di ascoltarmi in questo. Pensa che tuo nonno ci ha creduto per ottant’anni, che ha goduto di quelle stesse parole, di quelle medesime note. In fondo, quel rituale antico è come il favo delle api. Le api ci ronzano attorno, prendono un po’ di nettare, ma ne lasciano altrettanto. E così è la liturgia della Chiesa: qualcuno ha pregato prima di me con queste parole, qualcuno ha lasciato tracce della sua fede. E io le assaporo: prendo qualcosa e spero di lasciarci qualcosa. Ma soprattutto, caro Alex, cerca di cogliere il senso di queste parole. È quello che conta di più. Cerca di scorgere, oltre un linguaggio che sembra desueto, quello che viene detto anche a te, forse un po’ troppo pieno di vita per capire cosa vuole dire “redenzione”, cosa vuol dire “salvatore”, cosa vuole dire “Gesù”.
Vuol dire che di quel bambino noi abbiamo bisogno. Proprio stanotte mi colpivano le antiche parole di san Giovanni cantate dalla Schola:
 «Et vidimus gloriam eius, gloriam quasi Unigeniti a Patre, plenum gratiae et veritatis».
 Abbiamo visto la sua gloria… Guarda là quale gloria! un bue e un asino come termosifoni; una greppia come culla; una ragazza di basso rango come madre… Eppure in quel bambino c’è l’eterno, c’è un senso, è pieno di grazia e di verità.
Ti capisco: a 16 anni sei così pieno di vita; credi che la verità sia quello che tu e i tuoi amici pensate. Ti faccio la morale…: passeranno i venti e i trent’anni. E ti accorgerai che la verità è sempre più in là di te. Purtroppo anche tu dovrai passare per il collo della bottiglia e assaporare qualche pugnalata, qualche trabocchetto di cui è disseminato il cammino. Nessuno sconto neanche per te. Ma ti auguro di assaporare allora il motivo per cui oggi abbiamo bisogno di ripetere, pur con parole che ti sembrano vecchie, che Dio è diventato come noi, e ha condiviso questa vita
Buon Natale, Alex.

.
don.davide@parrocchiacortina.it

 


:
:

 


.
Cortina Chiesa parrocchiale
.

.


Cortina

.

E così è la liturgia della Chiesa: qualcuno ha pregato prima di me con queste parole, qualcuno ha lasciato tracce della sua fede. E io le assaporo: prendo qualcosa e spero di lasciarci qualcosa.

.


.
Cortina

.

Ti capisco: a 16 anni sei così pieno di vita; credi che la verità sia quello che tu e i tuoi amici pensate. Ti faccio la morale: passeranno i venti e i trent’anni. E ti accorgerai che la verità è sempre più in là di te.

.
:
info@quadernibellunesi.it
  


QB 

Quaderni Bellunesi. Laboratorio di cultura e politica della provincia di Belluno

Realizzato con la collaborazione del Circolo Culturale "Antonio della Lucia"