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Unione dei comuni. (Dicono) per risparmiare il costo della politica. 
La cultura dei sindaci costruttori.
 Si avvia un vulnus alla democrazia, all'efficienza e alla gestione strategica del territorio   

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alla scuola


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La comunità montana dell'Alpago ancora senza giunta.
Loredana Barattin

Gli articoli di
politica

Tutti gli articoli

 

 

 

Il costo della politica.
Per ora solo come
un artificio imbonitore


Unione dei comuni. E' tutto un rincorrersi in provincia. Prima si erano provati i sindaci dell'Alpago, dopo i sindaci del  longaronese ( proprio oggi però  si annota il ripensamento di Longarone) infine quelli della sinistra Piave.
Le giustificazione sono sempre le stesse: un comune più grande ha più potere contrattuale con le istituzioni di livello superiore, ha risorse maggiori con la possibilità di essere meglio gestite ed, infine, obiettivo premiante, produrrà una diminuzione dei costi della politica.
Non si può dar loro torto. I sindaci, tutti i sindaci, che da anni ormai si pensano come costruttori, senza i soldi dello stato o della regione e senza un territorio sufficiente da cementificare si sentono disoccupati.  
Ma, si potrebbe anche aggiungere, traspare nei loro obiettivi e denuncie  un sottofondo culturale del tutto preoccupante, anche se di moda, imposto dai tanti "Rosa Russo Iervolino" che infestano la cultura politica italiana e bellunese in particolare. La salvezza ( o la colpa) viene da fuori!
Incapaci di produrre risorse nel loro territorio, a corto, forse,di fiducia nei (e dai) propri cittadini, tentano la carta di una sorta di "politica estera": se non possiamo andare con Trento andiamo con il comune vicino.
E' la deriva della cultura politica bellunese, ormai ormai incontenibile.
Noi di Quaderni Bellunesi, praticamente da soli,l'abbiamo denunciato tante volte!
Da anni sosteniamo che il ruolo del sindaco non è quello del costruttore. Senza un euro dalla regione o dallo stato dovrebbe essere ancora più esaltante fare il sindaco. Da anni diciamo che proprio il comune capoluogo è stato ,nel tempo, l'emblema dello sperpero di risorse, di costi enormi della politica, di incapacità gestionali e decisionali; che i comuni di più grande dimensione hanno creato una burocrazia impenetrabile.....
Da anni sosteniamo :
1° l'abolizione della provincia (Ente inutile, di pura burocrazia, all'apice nello sperpero di risorse)
2° La creazione di una sola comunità montana per la Val Belluna da Longarone a  Ponte nelle Alpi fino a  Feltre
3° Il Comune come spazio imprescindibile di democrazia e il sindaco come punto di riferimento per le persone in difficoltà e agente di sviluppo del territorio.

E allora vorremo provocare, ancora una volta, i nostri sindaci, anche e soprattutto quelli dei comuni più piccoli, con alcune domande che chiamano in causa la loro capacità di essere sindaci e sindaci autorevoli nel loro ruolo.


Un nuovo ruolo per i sindaci.
 Anzi il ruolo di sempre
Provino il sindaci a pensarci



Quale dei nostri  comuni può vantarsi di essere diventato una comunità educante, che produce cultura?
In quale dei nostri comuni le giovani coppie non hanno alcuna difficoltà a trovare casa?
In quali dei nostri comuni la solidarietà verso i poveri (povertà economica, culturale, di salute) della porta accanto è diventata prassi consolidata?
In quale dei nostri comuni la qualità della vita degli anziani è considerato l'emblema dell'essere un polo turistico?
In quali dei nostri comuni è stato implementato un progetto , turistico o agricolo o imprenditoriale, o culturale che faccia perno sulle risorse dei cittadini e del territorio?
Quali dei nostri sindaci, a partire dalle risorse del loro territorio hanno immaginato un più consono stile di vita per i propri cittadini, che non sia quello dell'austerità tanto cara a chi ha il portafoglio gonfio?

Nz
08.01.2008


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