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Una
crisi che viene da lontano
La crisi che ha colpito il macello di Feltre stata archiviata come semplice crisi finanziaria. L'amministrazione provinciale aveva promesso i 10-15000 euro necessari alla continuazione dell’attività e, a quanto sembra, arriveranno, ma per rischiare di finire in un buco senza fondo.
Un fatto sembra incontrovertibile: il macello in crisi è il simbolo di una provincia che ha abbandonato l'agricoltura e la decisione del sindaco Vaccari di venderlo ne è solo l'ulteriore conferma
Con qualche conseguenza.
Il feltrino perde una delle ultime possibilità di gestire un ruolo politico per l'intera provincia.
Ai consumatori della provincia sarà negata, anche in prospettiva, la possibilità di un consumo di carne a garanzia locale, frutto di un disciplinare preciso e controllato come già avviene, purtroppo per il latte, che in passato poteva vantare di essere, sotto l'aspetto delle qualità organolettiche, di gran lunga il migliore del Veneto.
A chi lavora nel settore del turismo toccherà concedere un altro vantaggio competitivo all'Alto Adige i cui prodotti agricoli più significativi, usati anche come promozione turistica, sono protetti da un disciplinare di produzione che punta all'eccellenza e alla denominazione di origine.
Gli amministratori che si sono alternati in provincia, sembrano aver quantomeno sottovalutato il problema. Una pur minima capacità politica, la conoscenza del territorio e della professionalità dei nostri allevatori avrebbe dovuto portarci ad avere latte e carne prodotti in loco con un disciplinare tanto vincolante da poter accedere alla “denominazione di origine”.
Forse non è troppo tardi se il Presidente dell'Amministrazione Provinciale volesse, ora, prendere di petto il problema.
Il primo passo potrebbe risolversi nel togliere la delega della politica agricola di fatto concessa negli ultimi 50 anni, a Coldiretti, Confagricoltura e Confederazione Italiana Agricoltori:alle loro divisione, alla sete di potere di alcuni vertici che si sono succeduti qua e la va imputata almeno in parte l'attuale situazione di degrado dell'agricoltura provinciale.
Si dovrebbe poi impostare una politica che escluda in via assoluta finanziamenti di tipo assistenzialistico, adoperandosi, piuttosto, affinché in ogni vallata di montagna si possano siglare degli accordi per la produzione e il consumo di prodotti locali tra le rappresentanze agricole e quelle del commercio. Pare essenziale inoltre che si punti su una politica di incentivazione, ma non economica, alla ristorazione di alta qualità fatta con i prodotti locali
Zanette Noè
Presidente Circolo Antonio della Lucia
Belluno 27 ottobre 2009
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Feltre
Al
momento di aggiornare questo numero di Quaderni Bellunsi leggiamo che
" Latte Busche" ha ottenuto la certificazione DOP per il
formaggio Piave. Finalmente! Ci è sfuggito peraltro se a monte di
questa certificazione c'è un disciplinare per l'allevamento della
vacche da latte nella montagna bellunese. |